Bruxelles – Il Parlamento europeo si mobilita contro la demolizione del villaggio beduino Khan al-Ahmar in Palestina, minacciato delle forze armate israeliane. Il villaggio, conosciuto per la famosa scuola di produzione della gomma costruito dalla Ong Vento di terra nel 2009, è ancora sotto assedio per la decisione del governo di Israele che ha disposto il trasferimento forzato dei suoi 140 abitanti.
“Chiediamo alle autorità israeliane di porre immediatamente fine alla demolizione della proprietà palestinese in Cisgiordania, in quanto illegale secondo il diritto internazionale”, ha dichiarato la vice presidente del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) all’Europarlamento, Elena Valenciano. Valenciano auspica l’intervento dell’Alta rappresentante europea per la politica estera, Federica Mogherini, per “intensificare gli sforzi volti a salvaguardare Khan al-Ahmar”, ribadendo il supporto dei socialisti a “tutte le azioni intraprese dagli Stati membri dell’Unione europea e dagli altri attori internazionali al fine di proteggere questa comunità”.
Dello stesso avviso il vice presidente della delegazione per le relazioni con la Palestina del Parlamento Ue, Neoklis Sylikiotis, che a nome del gruppo della Sinistra unitaria al Parlamento Ue (Gue), ha sollecitato le istituzioni europee a “costringere Israele a rispettare il diritto internazionale”. “Questo ordine di abbattimento”, ha aggiunto Sylikiotis, “ha come unico obiettivo quello di ampliare gli insediamenti e dividere la Cisgiordana. Ci opponiamo con forza a tutte le azioni che fanno parte della politica di annessione di Israele”.
Non è la prima volta che le autorità minacciano l’abbattimento del villaggio. Lo scorso agosto, infatti, il governo di Tel Aviv aveva annunciato prima la chiusura e poi l’abbattimento della scuola di produzione della gomma. Questo aveva sollevato molte polemiche tra le Ong e la comunità internazionale. Il villaggio di Khan al-Ahmar è situato ad est di Gerusalemme nell’area C della Cisgiordania, quella sotto il controllo militare di Israele, nel cosiddetto “corridoio E1”. Il progetto E1, apparentemente sospeso dalle autorità dopo le forti critiche della comunità internazionale, prevede l’annessione di una parte degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, dividendo ulteriormente le comunità palestinesi. Proprio per evitare la realizzazione di questo progetto, Socialisti e Sinistra unitaria chiedono a gran voce di “porre fine alla politica degli insediamenti” e di “privilegiare l’opzione dei due Stati” per consentire il ritorno della pace in questi luoghi.