Bruxelles – “Se la Brexit arriverà fino in fondo, tutto cambierà”. Lo ha detto Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, l’Unione delle federazioni calcistiche europee e organo di governo del calcio in Europa, in un’intervista rilasciata al New York Times. Il riferimento è agli effetti dello stop alla libera circolazione – uno degli elementi ai quali il governo britannico sembra determinato a porre fine con l’addio del Regno Unito all’Unione europea – sulle competizioni calcistiche continentali.
L’Uefa teme le conseguenze della Brexit e ammonisce il Regno Unito. Il suo presidente Ceferin ha riconosciuto che le più restrittive politiche d’immigrazione britanniche che seguiranno alla Brexit potrebbero ridurre le possibilità del Paese di ospitare finali di grandi tornei. Preoccupazioni legittime: la Gran Bretagna nei prossimi nove anni ospiterà infatti per ben tre volte la finale di Champions League: due volte allo stadio di Wembley, a Londra, e questo giugno al Millennium Stadium di Cardiff, in Galles; in più, le semifinali e la finale degli Europei 2020 si terranno a Londra.
I precedenti d’altro canto esistono già: lo scorso novembre il difensore franco-ivoriano del Paris Saint Germain, Serge Aurier, si era visto rifiutare il visto dalle autorità britanniche a causa di un procedimento legale in corso. “Ero molto irritato quando ad Aurier non è stato permesso di entrare in Inghilterra” ha rivelato il presidente dell’Uefa, sostenendo che “questo aspetto peggiorerà con la Brexit, soprattutto se le ragioni dello stop al visto fossero formali, come in quel caso. Potremmo avere un problema serio”.
“Se vedremo che alcuni giocatori non potranno più giocare nel Regno Unito perché hanno dei procedimenti legali in corso, allora semplicemente rifletteremo e decideremo se far giocare partite europee lì”, ha aggiunto Ceferin. L’erede di Platini al vertice dell’Uefa ha poi ha toccato il nodo più scottante del problema: “Neymar e Lionel Messi hanno entrambi procedimenti in corso e quest’anno la finale di Champions League si gioca a Cardiff. Immaginate cosa succederebbe se non li facessero entrare…”.
“Si tratta di un problema serio per noi: i giocatori britannici potrebbero viaggiare dappertutto, mentre alcuni giocatori di squadre non inglesi non potrebbero giocare in Inghilterra. Con la libera circolazione nell’Unione europea è molto meglio”, ha sottolineato l’ex presidente della Federazione calcistica slovena. Mostrando però un certo ottimismo: “Sono sicuro che troveremo una soluzione con l’aiuto della Federazione del calcio inglese. Il calcio si è sempre giocato e si continuerà a giocare dopo la Brexit”.