Bruxelles – Le società produttrici di carta e derivati sono collegate ad aziende che stanno distruggendo una delle ultime e più grandi foreste vergini d’Europa, nella Taiga russa. È quanto sostiene il rapporto “Eye on the Taiga”, diffuso oggi da Greenpeace. La nota organizzazione ambientalista denuncia come “le blande leggi forestali della Russia permettano la frammentazione o la radicale trasformazione delle foreste”, spingendo le aziende del settore del legno e della carta a sfruttare le foreste vergini o “Paesaggi Forestali Intatti” – come vengono definiti scientificamente.
Ad esempio la regione russa di Arcangelo, che si estende per 31 milioni di ettari, è vista dall’industria del legno e della carta come una “miniera di legname”. In particolare, fanno parte di questa regione gli 835 mila ettari del Paesaggio forestale intatto conosciuto come Foresta Dvinsky, divenuti ormai il fulcro di un acuto conflitto tra gli interessi di conservazione forestale e le mire del settore del legname e della carta. Fra il 2000 e il 2015 la Foresta Dvinsky ha perso oltre 300 mila ettari di paesaggi forestali intatti, denuncia Greenpeace, mettendo a rischio l’habitat di una delle ultime popolazioni di renne selvatiche, già in via d’estinzione. “Per quanto la foresta boreale russa possa sembrare lontana, sono state le aziende europee, statunitensi e australiane a far crescere a dismisura la domanda di prodotti provenienti da quest’area”, sottolinea Martina Borghi, attivista a capo della campagna foreste di Greenpeace Italia.
“La distruzione della Foresta Dvinsky e della regione di Arcangelo si fermerebbe se venisse interrotto il flusso di prodotti derivati da questa deforestazione verso i mercati internazionali, compresa l’Unione europea e l’Italia”, afferma Borghi. Arkhangelsk Pulp & Paper Mill (Appm), che commercia principalmente cellulosa e carta, è una delle società che sta ostacolando la protezione ufficiale della Foresta Dvinsky. Tra i clienti di Appm troviamo l’azienda italiana Fornaroli Carta SpA, e Kiev Cardboard and Paper Mill – con sede in Ucraina, ma controllata dall’austriaca Pulp Mill Holding GmbH – che vende i propri prodotti a famosi marchi come McDonald, PepsiCo, Nestlé, Unilever, Mondelez e Auchan. “È dovere di queste aziende fermare la distruzione di una delle ultime foreste vergini d’Europa e preservare aree forestali intatte che non hanno eguali in Europa in termini di dimensioni e biodiversità”, conclude l’attivista di Greenpeace.