Ieri da mattina a sera i “festeggiamenti” per la nuova presidente, discorsi, incontri con la stampa e aperitivo “di lusso”. Dal primo luglio sarà a capo di BusinessEurope.
Emma Marcegaglia, è diventata la leader degli industriali europei. Presidente di Confindustria fino al maggio 2012, quando ha passato il testimone a Giorgio Squinzi, dal primo luglio diventerà presidente degli industriali europei di BusinessEurope (41 associazioni di 35 Paesi, per 20 milioni di imprese rappresentate). Durante il suo discorso di insediamento ha lanciato ai leader dei paesi membri dell’Unione l’appello di agevolare l’accesso al credito delle imprese per rilanciare la crescita. “La crescita sostenibile – ha affermato – non è possibile senza finanze pubbliche sostenibili e senza un quadro competitivo. Quindi non vi è alcuna alternativa al consolidamento fiscale e a riforme strutturali ambiziose. E questo – ha aggiunto Marcegaglia – non è ancora sufficiente”.
In una intervista uscita oggi sul Sole 24 ore l’ex presidente di Confindustria spiega che la competitività deve essere al centro di tutte le politiche “perché, ora che gli Stati Uniti si reindustrializzano, non possiamo permetterci di perdere la nostra manifattura”. La grande emergenza del vertice Ue che si apre domani a Bruxelles sarà la disoccupazione giovanile: bene i fondi Ue, purché non si dimentichi che ‘senza crescita le imprese non assumono i giovani”.
Secondo Marcegaglia, che in mattinata ha incontrato anche i giornalisti, gli aiuti che il Consiglio europeo potrebbe decidere per giovani e imprese sono una buona cosa, ma non bastano se non ci saranno “rapidi progressi sull’unione bancaria. È inaccettabile che le imprese in Germania ottengano credito, in Italia o Spagna no”. Anche il nuovo bilancio pluriennale dell’Ue, così come disegnato dai governi, non piace a Marcegaglia, perché “penalizza le politiche per rafforzare la competitività, che significa crescita”.
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