Roma – Il servizio clienti svolto dalle aziende tramite call center non potrà più imporre dei costi aggiuntivi rispetto a una normale telefonata. È l’effetto che scatenerà la sentenza con cui la Corte di giustizia dell’Ue ha risposto al Tribunale regionale di Stoccarda (Germania), che aveva chiesto un parere interpretativo sulla direttiva consumatori.
L’iniziativa del tribunale tedesco nasce da un esposto di un’associazione che combatte le pratiche sleali nel commercio, la quale aveva chiesto di imporre alla Comtech, azienda che vende prodotti elettrici ed elettronici, di cambiare il sistema con cui consentiva ai propri clienti di accedere al servizio telefonico post-vendita.
L’azienda aveva infatti predisposto un numero con prefisso 0180, utilizzato in Germania per una tariffazione nazionale che supera i normali costi per una chiamata verso un numero di rete fissa o mobile. Secondo i giudici di Lussemburgo, è proprio a quel tipo di telefonate che si deve riferire il termine “tariffa base” indicata dalla direttiva come limite che il servizio telefonico di assistenza deve rispettare.
Se chi offre il servizio post vendita ai clienti lo fa con costi aggiuntivi rispetto a una chiamata standard, indica la Corte, i consumatori potrebbero essere dissuasi dal servirsi di quella linea per ottenere informazioni relative al contratto concluso (che sia di vendita di beni o fornitura di servizi) o per far valere i propri diritti, in particolare sulla garanzia o sulla facoltà di recesso. I giudici non limitano tuttavia la possibilità per un’azienda o un professionista di guadagnare sul servizio di assistenza telefonica. Il fatto che ci sia o meno un profitto, specificano, è ininfluente purché il costo della telefonata non superi quello di una chiamata standard verso la rete fissa o mobile.