Roma – “Siamo in mondo pericoloso, ci sono forze che vorrebbero smantellarci, penso alle politiche americane e alla politica russa, ma anche a forze interne che potremmo temere come la Brexit”. È l’allarme del commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo il quale, “se così tanti vogliono dividerla, forse è perché l’Unione europea è forte e disturba”. Per difenderla, indica ai deputati e senatori italiani che lo ascoltano in videoconferenza, “serve un sussulto politico per lottare per una Ue più democratica e più efficace, anche a livello economico”.
Il commissario si dice “personalmente favorevole a un concetto ambizioso della Zona euro”, per la quale è necessaria “una capacità di bilancio sufficiente a prolungare il Piano Juncker, che rappresenta solo un inizio” di una politica europea di investimenti, “e a sostenere un’assicurazione minima di disoccupazione”.
Parlando ai parlamentari italiani che lo hanno convocato in audizione, il francese indica che “tutto ciò troverà senso solo se la governance dell’Eurozona verrà modificata con un ministero delle Finanze” comune – come suggerisce il Parlamento europeo – “presieduto dal commissario europeo per gli Affari economici che possa dare conto alla Commissione Ue”.
L’esponente dell’esecutivo comunitario ha ovviamente parlato del “confronto continuo” che c’è con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sui conti pubblici. “La regola del debito deve essere considerata come non rispettata” con la passata Legge di bilancio, ha ricordato Moscovici, ma “questa valutazione potrebbe essere modificata se l’Italia adottasse come promesso misure ulteriori equivalenti allo 0,2% del Pil entro fine aprile”. L’avvio di una procedura di infrazione “non è precluso”, ha ammonito. Tuttavia, ha assicurato subito dopo, “siamo nei tempi e nello spirito di un dialogo che potrebbe concludersi positivamente” e scongiurare sanzioni.
“L’Italia deve lavorare per realizzare riforme ma deve avere anche una politica di bilancio sostenibile”, ha insistito il commissario. Ha tenuto a sottolineare i “progressi effettivi dell’economia italiana” – ha menzionato “una crescita dell’occupazione, un calo del dualismo del mercato del lavoro, l’adozione della riforma del bilancio, di una riforma del settore bancario, il sostegno alle imprese e all’innovazione” – ma ha indicato anche che “ci sono sfide in vari ambiti, come la fiscalità, la concorrenza, la riforma pensionistica, quella amministrativa, la lotta alla corruzione”. E poi “ci sono squilibri che rendono fragile l’economia italiana”. Tra questi, la “competitività debole” e “l’alto debito pubblico”, a cui si aggiunge un “sistema bancario percepito come relativamente vulnerabile” e sul quale “gravano le sofferenze” e “i requisiti patrimoniali contribuiscono alla debolezza”. Al di là della correzione di bilancio, dunque, al nostro Paese rimane ancora molto lavoro da fare.
Un terreno sul quale, al contrario, di lavoro se ne è fatto tanto è quello della cooperazione rafforzata per l’adozione della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Ricordando i recenti progressi fatti, Moscovici ha confermato di essere “favorevole” alla nuova imposta, aggiungendo che “ormai disponiamo di tutti i parametri necessari per prendere le decisioni” in merito alla sua introduzione. “Rimane solo una questione tecnica da risolvere”, ha segnalato il commissario riferendosi alla “volontà politica” di compiere l’ultimo passo. “Se c’è – ha concluso – abbiamo i mezzi per andare avanti. L’accordo è veramente a portata di mano e la Commissione garantirà il suo sostegno”.