Bruxelles – Niente accesso a Gaza per i deputati europei. Una delegazione del Parlamento di Strasburgo doveva visitare oggi la Striscia per appurare quanto ingenti fossero state le distruzioni causate dai bombardamenti israeliani del 2014 e vedere a che punto fosse attivato il processo di ricostruzione. Ma le autorità di Tel Aviv hanno impedito ai rappresentanti europei di varcare i confini di Gaza.
“Questo rifiuto per motivi arbitrari è inaccettabile come è inaccettabile la spiegazione che ci è stata data”, ha tuonato il presidente della delegazione, il cipriota Neoklis Sylikiotis della Sinistra unita Gue. “Negare l’ingresso del Parlamento europeo a Gaza è diventata una pratica sistematica, nonostante l’eccezione dello scorso anno per una breve visita dal presidente della commissione bilancio del Parlamento”, ha affermato Sylikiotis che sperava che questa nuova spedizione avrebbe “inaugurato una nuova era più cooperativa”.
“Che cosa hanno da nascondere”, si è chiesto il cipriota, lamentando che alle delegazioni del Parlamento “viene negato l’ingresso a Gaza dal 2011”. Della delegazione fanno parte anche l’italiano Brando Benifei del Pd, la danese Margrete Auken dei Verdi, lo sloveno Ivo Vajgl e la spagnola Angela Vallina (Gue).
L’Ue è il principale donatore in Palestina, e di recente ha lanciato il più grande impianto di dissalazione in costruzione fino ad ora a Gaza, un impianto che fornisce acqua fresca per 75mila persone. “Il nostro obiettivo a Gaza era quello di valutare gli sforzi di ricostruzione e di riabilitazione, per i quali l’Unione europea è il principale donatore. Gli aiuti dell’Ue mirano alla promozione dell’occupazione e alla riduzione della povertà a Gaza. Stiamo lavorando per garantire che la popolazione di Gaza abbia accesso alle necessità di base, tra cui acqua potabile da bere, cibo, alloggio e scuole”, ha spiegato Sylikiotis.