Bruxelles – Il momento è decisivo per l’Ue, difficile che ci saranno altre chance. “Ci troviamo di fronte a un bivio: o si rilancia il progetto Ue o si torna alla sovranità nazionale”. Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia e vice-presidente del gruppo dei popolari europei, ha le idee chiare sulle mosse necessarie per dare nuova linfa all’Unione europea, serve una “rivoluzione”, dice proponendo di ridurre il potere dei governi e valorizzare quello del parlamento.
Eunews: Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di un’Europa a più velocità. Qual è il suo parere su questa proposta?
Comi: L’Europa a più velocità di fatto esiste già, lo si può vedere nell’unione monetaria. Certamente, però, sono necessari dei passi avanti, in particolare su alcuni dossier: serve una vera unione fiscale europea, così come un’unione monetaria che sia anche politica. In questo modo si eviterebbe che le decisioni che riguardano i Paesi dell’eurozona facciano prevalere alcuni interessi nazionali a discapito dell’interesse europeo.
E: Alcuni sostengono che l’Italia rischierebbe di non entrare nel gruppo di testa nel caso di un’Europa divisa in due club di Paesi membri. Cosa ne pensa?
C: Si tratta di un rischio effettivo. L’Italia non ha fatto riforme per la crescita, per questo la sua economia è ancora in crisi. Innanzitutto bisogna ridare agli elettori la possibilità di andare al voto per formare un nuovo governo. Il problema non è l’euro, ma fare le riforme: la Germania le ha fatte, così come la Francia e le differenze con l’Italia si vedono. È necessaria anche una riforma nazionale del costo del lavoro. Se queste misure non vengono attuate, ci sarà un problema concreto che il nostro Paese rimanga indietro.
E: Misure come la garanzia giovani possono aiutare anche l’Italia?
C: La garanzia giovani è una proposta di ottimo livello da parte dell’Ue e una vera opportunità per gli Stati membri. Tuttavia, l’Italia non sa spendere i fondi europei. Da noi la garanzia giovani è diventata un ‘copia e incolla’ di annunci di lavoro. Si guardi all’esempio di Germania, Francia e Inghilterra per capire come migliorare.
E: Quali sono le misure prioritarie per l’Ue in questo momento?
C: Innanzitutto serve un’unione fiscale. La priorità in questo senso è armonizzare i costi del lavoro, al momento eccessivi in alcuni Stati membri, a livello europeo. Gli aspetti economico-fiscali sono i primi da affrontare. Si parla spesso anche di un’unione della difesa, ma per ora non sono stati fatti progressi. L’Unione europea ha bisogno di un vero ministro della difesa che combatta il terrorismo. Da questo punto di vista sono d’accordo col presidente Trump: dovremmo pensare prima agli europei, nel senso di guardare all’interesse dell’Unione e meno a quello dei singoli Stati nazionali.
E: Il Parlamento europeo è considerata l’istituzione che meglio rappresenta gli interessi dei cittadini europei. Pensa che sarebbe necessario rafforzarne i poteri?
C: Ritengo soprattutto che il Consiglio europeo vada abolito. Non capisco l’utilità di fare riunioni a porte chiuse tra capi di governo o di Stato, che di fatto decidono per i cittadini. Il Parlamento svolge il suo ruolo con ottimi risultati, bastiamo noi a rappresentare i cittadini dell’Ue.
E: Tra un mese a Roma si festeggeranno i 60 anni dell’Ue. Può essere un’occasione di rilancio per il progetto europeo?
C: Assolutamente sì. Il tempo degli indugi è finito: ora serve una rivoluzione europea che deve partire dagli Stati membri. I governi europei finora si sono dimostrati egoisti e arroccati sulle proprie posizioni nazionali, al contrario essi dovrebbero impegnarsi in uno slancio europeo. Altrimenti si torni a maggiore sovranità nazionale, ma l’ipocrisia attuale non è più sostenibile.