Roma – Nella revisione del sistema di scambio di quote di emissione di CO2 prodotta nei processi industriali, la riforma dell’Ets, “l’obiettivo prioritario per il 2017 rimane la definizione di nuove regole per la messa all’asta e l’assegnazione delle quote nel quarto periodo di trading”, sottolinea il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in audizione davanti ai senatori dell’omologa commissione. In questo ambito, assicura, il governo si impegnerà in sede europea perché “si evitino regole che penalizzino gli impianti più efficienti”, e nel complesso si metta in piedi un sistema “più robusto e dove le regole di assegnazione gratuita riflettano, per quanto possibile, i valori reali del progresso tecnologico e degli impianti coperti dalla direttiva”.
Secondo il ministro, il nuovo Ets necessita di essere “armonizzato nelle regole per la gestione del cosiddetto carbon leakage indiretto”, ovvero il rischio di rilocalizzazione delle emissioni. Solo così sarà possibile “evitare le distorsioni nella competizione tra aziende che producono lo stesso prodotto in stati membri diversi”. In altre parole, va scongiurato un possibile dumping ambientale. Infine, riguardo alle caratteristiche più generali del nuovo sistema, Galletti chiede che sia “più semplice, con regole più lineari, procedure meno laboriose, semplificazioni amministrative e una maggiore attenzione alla valutazione dei costi-benefici di ogni adempimento”.
Sempre in materia di emissioni, questa volta relative ai veicoli, il titolare delle deleghe all’Ambiente ricorda che “la nuova normativa europea punta alla realizzazione di un sistema di controlli, misura e certificazione” dei mezzi di trasporto, prevedendo anche la “costituzione di una Autorità europea di controllo, che potrebbe essere opportunamente collocata presso una delle strutture del Centro comune di ricerca” europeo, conosciuto con l’acronimo inglese Jrc. Tra i sei centri del Jrc dislocati in 5 Paesi membri c’è il laboratorio di Ispra, in provincia di Varese, che secondo Galletti è “in grado di ospitare adeguatamente la sede dell’istituenda Autorità”, per questo il ministro paventa una “possibile candidatura” per il centro di Ispra.
L’esponente dell’esecutivo – che ha mantenuto il proprio incarico dopo l’avvicendamento tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi – ha poi rivendicato alcuni provvedimenti di adeguamento alla normativa europea in materia di efficienza energetica. In particolare ha ricordato la definizione dei “nuovi requisiti minimi da rispettare per la prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione”, in base ai quali, “a partire dal 2021, nel settore privato si potranno costruire solo immobili a ‘energia quasi zero’”, mentre “per gli edifici pubblici tale vincolo sarà in vigore già a partire dal 1° gennaio 2019”.
Infine, sull’efficienza energetica degli edifici pubblici, il ministro ha ricordato il decreto emanato di concerto con il collega Carlo Calenda – anche lui riconfermato da Gentiloni, allo Sviluppo economico – per fissare “le modalità attuative del Programma di riqualificazione energetica della Pubblica amministrazione centrale”, che prevede l’efficientamento di almeno il 3% annuo della superficie utile del patrimonio edilizio dello Stato.