Nonostante la prospettiva idilliaca di una ″luna di miele″ annunciata tra Trump a Vladimir Putin, un lungo elenco di questioni irrisolte o in via di definizione compare sull’agenda delle due superpotenze. Questioni che mettono in primo piano il ruolo dell’Unione Europea, ora più che mai messa alla prova politicamente, militarmente ed economicamente.
″Trump ha fatto delle dichiarazioni molto accomodanti verso la Russia di Putin. Bisognerà vedere quanto durerà questa luna di miele″, sono le parole di Daniele Fattibene, assistente alla ricerca nel programma Sicurezza e Difesa dello IAI, Istituto Affari Internazionali. Secondo l’esperto si prospetta di certo un ″rapporto di confronto più pragmatico tra Usa e Russia, ma con una serie di nodi al momento difficili da risolvere″.
Primo fra tutti, il delicato conflitto siriano. Secondo Fattibene è ancora presto per sapere se l’individuazione di un nemico comune nell’Isis porterà a un reset tra i due Paesi, ma ″lo scenario più drammatico sarebbe un grande accordo sulla Siria in cui Trump, in cambio di una collaborazione da parte russa, lasci completa mano libera a Putin, per esempio nel Donbass″.
Riguardo alle questioni europee, Fattibene intravede ″una contraddizione di fondo tra i piani ambiziosi di rafforzamento delle forze armate Usa fatti in campagna elettorale e il disengagement dalle questioni europee. Ad ogni modo″ continua ″Putin non è così sprovveduto da scatenare una guerra convenzionale in Europa. Sa bene che la strategia di guerra ibrida (fatta soprattutto attraverso una massiccia e aggressiva guerra di propaganda in tutti i paesi europei) è molto più efficace″.
Sul fronte economico ci sono buone probabilità che le sanzioni americane verso la Russia verranno presto revocate: ″Sarà interessante vedere invece quale sarà l’impatto per l’impianto sanzionatorio dell’Ue″, precisa Fattibene.
All’Unione Europea preme in primis definire un ruolo nel panorama economico mondiale dominato dal triangolo Cina – USA – Russia: ″L’ Ue è un gigante economico, e deve diventarlo anche sul piano politico e della sicurezza″. Infatti è proprio una politica di sicurezza comune quella che suggerisce l’esperto che aggiunge: ″L’ Ue deve preservare l’unità che con molta fatica è riuscita a costruire in politica estera negli ultimi anni e non mollare la presa nei confronti di Putin″.
Non sembra quindi esserci altra alternativa se non una rinnovata politica di integrazione tra i governi Europei, come è stata definita dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Fattibene concorda e aggiunge ″L’Ue deve tornare ad essere il simbolo di benessere e di quelle libertà che sono state conquistate col sangue di centinaia di guerre e che tutto il mondo continua a invidiarci. Deve dare piena realizzazione al suo progetto partendo dalla lotta alle tremende disuguaglianze sociali che la crisi ha acuito e raggiungendo la piena integrazione in tutti i settori, da quello bancario a quello politico, dal mercato interno alla difesa. Se non ora quando?″.
Sara Corrieri