Roma – Sulla Difesa comune europea “qualche passo in avanti è stato fatto”, secondo la ministra Roberta Pinotti, la quale ricorda “il piano di implementazione presentato dall’Alto rappresentante” dell’Ue per la Pesc “e approvato da tutti i ministri della difesa”, che “dà un quadro d’insieme e consente di fare progressi nell’integrazione su una serie di punti”. Tuttavia, ammette, “esistono ancora difficoltà, e spesso riguardano le risorse europee da destinare a percorsi comuni”, un aspetto sul quale “abbiamo avuto molte discussioni negli anni”.
Procedere tutti insieme risulta quindi ancora problematico, e anche l’intesa raggiunta in Consiglio “non è un cambiamento epocale”, indica Pinotti. “Per questo”, spiega, “c’è un lavoro importante che stiamo facendo con la Francia, con la Germania e poi con la Spagna, che ha partecipato alla conclusione di un documento che abbiamo messo a disposizione dell’Alto rappresentante”. Per superare le ritrosie di alcuni Paesi membri, indica la ministra, “stiamo pensando alla cooperazione rafforzata e alla cooperazione strutturata permanente”, due strumenti “già previsti dai trattati” per avviare percorsi che coinvolgano un numero ridotto di Stati membri senza impegnare gli altri.
“Stiamo studiando entrambe le opzioni”, ribadisce Pinotti, confermando che anche la strada della cooperazione strutturata, evocata in una intervista a Eunews da Nathalie Tocci, è un’ipotesi sul tavolo “perché siamo convinti che se alcuni Paesi, tra l’altro quelli che hanno un peso significativo nella difesa, riescono effettivamente a mettere una marcia in più su alcune capacità o alcuni progetti industriali – prosegue Pinotti – questo sarà positivo anche per accelerare anche alcuni passaggi europei che si stanno facendo”.
La “marcia in più” sembra ormai pronta per essere ingranata, dal momento che, come ha indicato la stessa ministra, “a marzo, quando avremo l’occasione di ricordare i Trattati di Roma, su alcuni progetti ci può già essere la maturità per portarli all’attenzione dell’opinione pubblica”.