Roma – La definizione di ‘agricoltore attivo’, il requisito necessario per accedere ai fondi della Politica agricola comune (Pac), non si tocca. Parola di Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione Agricoltura (Comagri) dell’Europarlamento e responsabile del rapporto sulla proposta di revisione della Pac presentata dal commissario europeo competente, l’irlandese Phil Hogan. “Dopo tutto un dibattito sull’agricoltore attivo, Hogan dice sostanzialmente ‘gli Stati facciano come gli pare’. Noi questo non lo possiamo accettare”, ammonisce De Castro in audizione davanti ai senatori e ai deputati italiani. Si tratta di “una posizione ampiamente condivisa” a Strasburgo, assicura, “e non credo sia negoziabile rimettere in discussione un punto di forza della riforma del 2013 che non vogliamo modificare in nessun modo”. La definizione di agricoltore attivo secondo la riforma dovrebbe basarsi su criteri oggettivi e serve a escludere dal finanziamento comunitario i proprietari terrieri che non dimostrino che l’agricoltura contribuisce a una quota sostanziale del loro reddito.
Per l’europarlamentare, la proposta di modifica di Hogan nel suo complesso “non rivoluziona” l’impostazione attuale della Pac, ma introduce “semplificazioni e miglioramenti”. La “novità più importante”, spiega, “riguarda l’abbassamento della soglia per accedere ai fondi mutualistici per i rimborsi per mancato reddito”, portata dal 30% al 20% del fatturato totale nella proposta del commissario “che tutti abbiamo giudicato positivamente”. De Castro la ritiene “anche coraggiosa” perché “va a intaccare i principi della scatola verde del Wto”, una delle “regole rigide che sembrano valere solo per l’Europa”, dal momento che “altrove tutti fanno un po’ come vogliono”.
Anche su questo punto, però, il Parlamento europeo chiederà una modifica della proposta del commissario. “Vogliamo estendere questo abbassamento della soglia dal 30% al 20% a tutte le forme di indennizzo, non solo ai fondi mutualistici ma anche alle assicurazioni e quindi con riferimento anche ai danni di natura climatica”, illustra De Castro.
Si tratterebbe di “un primo passo verso gli strumenti di gestione del rischio che probabilmente saranno oggetto della Pac post 2020”, indica l’esponente del Pd preconizzando una nuova Politica agricola comune “volta a trasformare quella massa di aiuti diretti, che oggi impegna quasi il 70% dei fondi Pac, stiamo parlando di 27-28 miliardi di euro, a una massa di forte robusto sostegno agli strumenti di gestione del rischio”.
Il vicepresidente della Comagri ha indicato poi la tempistica attesa per il provvedimento, annunciando la presentazione del suo rapporto “entro il mese di marzo”, data entro la quale, avverte, è necessario arrivi anche il parere di sussidiarietà del Parlamento italiano “perché possa essere ufficialmente raccolto nel dibattito del Parlamento europeo”. Il voto in commissione dovrebbe avvenire “al più tardi nel mese di maggio” e poi, una volta “combinati i lavori di tutte le commissioni, a giugno, presumibilmente non ci sarà passaggio in Aula ma si andrà direttamente ai triloghi con il Consiglio e la Commissione, in modo da accelerare l’iter e aver tutto finito, approvato e votato in via definitiva entro settembre-ottobre e consentire agli Stati membri di applicare le norme a partire dal primo gennaio 2018”.