Bruxelles – Guardare un film grazie al proprio abbonamento Neflix italiano mentre si è in Spagna per lavoro, seguire le partita della squadra del cuore in streaming durante il proprio Erasmus in Danimarca, ascoltare la musica attraverso il proprio abbonamento Spotify mentre si è in Polonia per una conferenza. Tutto ciò sarà possibile a breve, grazie all’accordo informale raggiunto ieri sera fra i negoziatori di Parlamento europeo e Consiglio Ue sulla portabilità dei contenuti online in Europa. La parola passa ora alla commissione Affari legali e poi alla plenaria di Strasburgo, così come agli ambasciatori del Consiglio, perché il testo concordato ottenga il via libera ufficiale e possa entrare in vigore.
Si tratta di uno degli aspetti su cui la Commissione europea, e in particolare il vicepresidente Andrus Ansip, stanno puntando fin dall’inizio del proprio mandato ritenendolo fondamentale per il completamento di un vero mercato unico digitale nell’Ue. L’accordo sulla portabilità riguarda i contenuti per i quali si paga un abbonamento nel proprio Paese di residenza e non quelli gratuiti, per i quali viene lasciata la possibilità ai fornitori di decidere se eventualmente renderli disponibili in tutta l’Unione.
Evitare gli abusi resta la parola d’ordine, così il testo concordato concordato prevede anche che i fornitori di servizi possano prendere “misure ragionevoli e proporzionate” per verificare il Paese di residenza dei propri abbonati. La lista di verifiche possibili include l’identificazione elettronica, i dettagli dei pagamenti o anche la richiesta di fornire informazioni su dove si pagano le tasse, così come controlli sugli indirizzi IP dai quale si accede ai servizi. Per tutelare i consumatori, i fornitori saranno anche obbligati a informarli sui metodi di controllo applicati.