Bruxelles – Il Sud e le zone costiere orientali dell’Europa sono sotto attacco dal cambiamento climatico. L’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente le identifica come “hotspots”, i punti caldi, le zone più colpite dal surriscaldamento climatico e dalle sue conseguenze, come l’aumento delle precipitazioni. Sono queste le aree dell’Europa in cui nei prossimi anni, come già sta succedendo, dovremo aspettarci maggiori effetti negativi dal punto di vista climatico: innalzamento del livello delle acque, ondate di calore sempre più frequenti e intense, inondazioni, siccità e tempeste.
Il rapporto “Cambiamento climatico, impatti e vulnerabilità in Europa 2016” parla di trasformazioni veloci e pericolose che influenzano direttamente l’ecosistema anche in termini di siccità, raccolti agricoli più scarsi, perdita di biodiversità e incendi boschivi. Le condizioni climatiche diventeranno sempre più estreme. “Le precipitazioni stanno cambiando, le zone umide diventano sempre più umide e quelle regioni secche più secche”, si legge nel report, “mentre i volumi dei ghiacciai e del manto nevoso sono in diminuzione”.
Il surriscaldamento climatico non incide solo sulla vita del pianeta, ma si ripercuote anche sugli esseri umani con cambiamenti significativi nella distribuzione delle malattie infettive sensibili al clima, aumentando i rischi per la salute umana e l’economia.
“”I cambiamenti climatici continueranno per molti decenni a venire. La portata dei futuri cambiamenti climatici e il loro relativo impatto dipenderà dall’efficacia dell’attuazione degli accordi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra”, ha detto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’agenzia, “altrettanto importante sarà la predisposizione delle giuste strategie e politiche di adattamento per ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi attuali e previsti”.