Bruxelles – Sul caso Regeni “penso che qualcosa verrà annunciato presto”, e “ci vorrà un mese o due prima che le cose si chiariscano”. Lo ha dichiarato Ahmed Said, presidente della commissione per gli affari esteri del Parlamento egiziano, parlando con i giornalisti italiani a Bruxelles. “Non si può andare avanti per sempre” con le indagini, “è una questione che interessa all’opinione pubblica in Italia e anche in Egitto”, e “penso che sia una cosa che è diventata estremamente politicizzata in Italia” e quindi “nessun governo permetterà che la verità venga insabbiata o che si ignori il caso Regeni”, che “non è un caso normale”, ha affermato Said. Il deputato ha spiegato che “gli egiziani, prima ancora del Parlamento, stanno mettendo grande pressione sul governo e gli apparati di sicurezza per conoscere la verità”.
Il deputato egiziano è stato in audizione nella commissione Affari esteri del Parlamento europeo, lì è stato incalzato dalle domande degli europarlamentari. “Domani è un anno che è morto Giulio Regeni ma nel suo Paese purtroppo la verità non è emersa, ci sono troppe resistenze e reticenze, ma la verità ricerca è essenziale per normalizzare le relazioni” tra Egitto ed Europa, ha dichiarato Pier Antonio Panzeri del Pd. “Alla base di ogni sincera relazione ci sono sincerità e fiducia”, per questo “vogliamo verità per Giulio, verità sul perché morto e su chi lo ha ucciso, perché senza verità, sincerità e rispetto non possono esserci relazioni amichevoli tra Ue ed Egitto”, gli ha fatto eco Elly Schlein di Possibile.
Quella dell’omicidio di Regeni “è stata una catastrofe drammatica per tutti gli egiziani”, ha dichiarato Said in audizione assicurando: “L’Egitto non si tranquillizzerà finché non troveremo la ragione di quanto è accaduto”.