Roma – “È l’ora della Difesa comune europea”, che deve essere realizzata “spiegando” al presidente Usa Donald “Trump che la Nato è utile ma non più sufficiente”. E se l’Alleanza atlantica, quando nacque, “guardava a Est, l’esercito europeo deve pensare soprattutto a Sud”. È il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a indicare la necessità di “rilanciare il progetto europeo” con una maggiore integrazione sul piano militare. Un passo che certamente non convince tutti i partner dell’Ue, ma il titolare della Farnesina non si scoraggia: “Vuol dire che l’Europa dei tanti cerchi concentrici avrà un altro cerchio” che si aggiungerà ai vari livelli di integrazione, dall’Eurozona all’area Schengen allo Spazio economico europeo.
Intervistato dal quotidiano torinese La Stampa, il capo della diplomazia italiana apre al neo inquilino della Casa Bianca – su di lui “vedo troppi pregiudizi e pochi giudizi, soprattutto a sinistra” – e invita l’Ue a collaborare con la nuova amministrazione statunitense. A partire dalla revoca delle sanzioni contro la Russia: “Come Europa dobbiamo proporre a Trump di decidere insieme”, indica. Anche perché, spiega, le sanzioni “non sono un meccanismo perpetuo a rinnovo automatico”, e bisogna evitare il “paradosso per cui il Paese che più ha spinto per le sanzioni – gli Stati Uniti – fa la pace, e quelli che hanno pagato un significativo conto alle sanzioni – l’Ue e l’Italia – restano ostaggio” delle restrizioni economiche contro Mosca. In ogni caso, per revocarle, “bisognerà fare una valutazione che tenga conto anche di quel che nel frattempo è successo in Ucraina”, precisa.
Un altro passaggio interessante dell’intervista riguarda i nuovi equilibri politici che per Alfano saranno inevitabili, tanto in Europa quanto sul piano nazionale. Il ministro parla da leader di Ncd e registra come “la crisi economica e il binomio immigrazione-sicurezza” abbiano “spostato milioni di elettori verso il populismo”. Tali condizioni, a suo avviso, “costringono le due grandi famiglie politiche europee a collaborare”, unendosi nel fronte di chi vuole “cambiare l’Ue” contro coloro che “la vogliono lasciare”.
Una contrapposizione sulla quale, per l’esponente del governo, è destinato a delinearsi anche il futuro assetto politico nel nostro Paese. Infatti, secondo Alfano “sarà necessario” che anche in Italia, come è successo in Germania con la ‘große koalition’, si uniscano le forze moderate di sinistra e di destra – Forza Italia e il Pd con tutte le altre sigle che stanno in mezzo – per formare il prossimo esecutivo dopo le elezioni. Rimane “solo da capire se lo si dirà prima delle elezioni, o viceversa se lo si negherà prima e lo si farà dopo”, indica il ministro rivendicando che “io e il mio partito possiamo prenderci la soddisfazione di aver capito per primi cosa sarebbe successo”.