Bruxelles – Non è abbastanza. Per il Parlamento europeo non basta inserire nella ‘black list’, la lista nera dell’anti-riciclaggio, solo i Paesi considerati a rischio per la ‘pulizia’ del denaro sporco e il finanziamento del terrorismo, bisogna metterci anche i territori che agevolano i reati fiscali. Chi è nella lista nera, in base alla proposta della Commissione Ue, dovrà sottoporsi a controlli più severi quando fa affari in Europa.
I deputati dell’Aula di Strasburgo hanno bocciato l’idea dell’esecutivo, con una risoluzione approvata a maggioranza assoluta con 393 voti a favore, 67 voti contrari e 210 astensioni. A loro avviso si tratta di una proposta ancora troppo poco coraggiosa. “Speriamo che la Commissione si dimostri più ambiziosa nelle revisioni, in modo da stilare una lista nera che sia adatta allo scopo”, ha dichiarato Judith Sargentini, esponente del gruppo dei Verdi e co-relatrice.
“Un Paese dovrebbe essere incluso nella ‘lista nera’ solo quando vi sia una chiara evidenza di una minaccia sistematica di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo”, ha aggiunto l’altro co-relatore Krišjānis Karins, del Partito popolare europeo.