Bruxelles – Sono due i morti accertati causati dal tragico mix di neve e terremoto che negli ultimi giorni sta mettendo in ginocchio l’Abruzzo e tutto il centro Italia. Dopo la vittima trovata ieri nel teramano, un’atra è stata estratta dalle macerie dell’Hotel di Rigopiano, in provincia di Pescara, su cui si è abbattuta una slavina causata dal sisma. Al momento sul posto è in corso l’intervento del soccorso alpino per salvare circa una trentina di persone che sarebbero dentro la struttura, insieme ai militari della Guardia di Finanza e ai Vigili del fuoco. I soccorritori, arrivati stamane dopo aver percorso 9 chilometri a piedi con grande difficoltà tra il paese di Farindola e l’hotel, hanno dichiarato che nel resort ci sarebbero “tanti morti”.
Tuttavia, il prefetto di Pescara Francesco Provolo a Rainews24 ha detto di “non voler dare numero prima di esserne certi, ma anche per rispetto dei familiari che sono in apprensione”.
La prima vittima era stata trovata mercoledì a Castel Castagna, un paese in provincia di Teramo, sotto le macerie di un edificio crollato a causa del peso della neve e della sequenza delle 4 forti scosse di terremoto superiori ai 5 gradi Richter della mattinata del 18 gennaio. Sempre nella provincia di Teramo mercoledì altre due persone sono rimaste intrappolate per un crollo ma hanno avuto una sorte più fortunata e sono state tratte in salvo da un edificio crollato nel paese di Castiglione Messer Raimondo.
Nell’aquilano da ore sono in corso le ricerche di una persona dispersa in una frazione del Comune di Campotosto, ad Ortolano, mercoledì un uomo è stato sommerso da una slavina causata dal sisma.
Numerosi aree in Abruzzo, nel teramano e nell’aquilano, ma anche paesi dell’entroterra umbro, nel reatino, e marchigiano, nel maceratese, sono ancora isolate, oramai da tre giorni, senza corrente elettrica e senza che i soccorsi siano potuti intervenire anche a causa delle difficoltà alla viabilità in zone in cui ci sono anche due metri di neve.
Dopo tre giorni, inoltre, ci sono ancora circa novantamila persone senza corrente elettrica, soprattutto nell’entroterra teramano, dove anche molti animali sono morti di ipotermia.