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    Home » Politica » Una hard Brexit danneggerà di più il Regno Unito, dicono diplomatici europei e uomini d’affari

    Una hard Brexit danneggerà di più il Regno Unito, dicono diplomatici europei e uomini d’affari

    Capi dell’industria europea e politici rispondo al discorso di Theresa May con un misto di scetticismo, indignazione e qualche positività

    Mattia Drago</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Mattia_Drago" target="_blank">@Mattia_Drago</a> di Mattia Drago @Mattia_Drago
    18 Gennaio 2017
    in Politica

    Bruxelles – I leader europei e i capi dell’industria hanno accolto la chiarezza presentata dal discorso sulla Brexit di Theresa May, dicendo, però, che la strada da lei intrapresa comprometterà la Gran Bretagna molto più dei restanti paesi membri dell’Ue. Una raccolta di commenti l’ha fatta il quotidiano britannico The Guardian, e qui ve la proponiamo in italiano.

    Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha riassunto la reazione ufficiale del blocco europeo in un tweet: “Processo triste, momenti surreali, ma almeno un annuncio più realistico su Brexit. L’Ue a 27 è unita e pronta a negoziare in conformità con l’articolo 50. ”

    Meno ufficialmente, Volker Treier, della Camera tedesca dell’industria e del commercio, ha chiarito che l’uscita della Gran Bretagna dal Mercato unico e dall’Unione doganale farebbe danni rilevanti ai legami commerciali tra il Regno Unito e la Germania. “Senza dubbio una hard Brexit limita le possibilità di crescita su entrambi i lati della Manica, ma per la Gran Bretagna il danno economico rischia di essere maggiore”, ha detto Treier, aggiungendo che il Regno Unito ha scelto di “ridurre la sua attrattività economica”.

    Molti nel continente erano anche scettici circa la capacità del primo ministro di dare seguito alla sua promessa per il Regno Unito di essere “una grande nazione del commercio globale”. L’europarlamentare di centro-destra francese, Alain Lamassoure, ha detto che la Gran Bretagna ha scelto di affondare se stessa. Egli ha detto: “È chiaro che l’interesse per i britannici siano i 500 milioni di consumatori in Europa e non i 65 milioni della Gran Bretagna. Quando May va a negoziare con un paese come la Cina, può solo offrire i 65 milioni di clienti britannici. È una sorta di suicidio dell’economia e del business”.

    Un funzionario del governo italiano ha detto di dubitare sul fatto che il Regno Unito possa essere così forte al di fuori dell’UE come lo era al suo interno. “Buona fortuna di diventare un ‘Regno Unito globale’,” ha detto.

    Guy Verhofstadt, il capo negoziatore della Brexit per il Parlamento Europeo, ha accusato May di perseguire tattiche che “lederebbero il popolo britannico”.

    Nel suo discorso, May, ha detto che non credeva che l’Europa avrebbe danneggiato “esportatori tedeschi, agricoltori francesi e pescatori spagnoli”, nel tentativo di colpire la Gran Bretagna con un accordo punitivo. In Spagna, invece, Javier Garat, presidente di Europêche, che rappresenta 80.000 lavoratori della pesca in tutta l’UE, ha detto che un accordo conveniente ad entrambe le parti era l’opzione migliore, ma i lavoratori britannici si troveranno a perdere molto più rispetto ai loro rivali continentali se le cose andranno in altre direzioni. “Quando si tratta di esportazioni, il 68% di tutti i pesci del Regno Unito sono esportati verso l’Unione europea, molti dei quali in Spagna”, ha detto. “Se qualcuno ha da perdere in questo mercato, questo sarà il Regno Unito e non la Spagna.”

    Thomas Prouza, Ministro dell’Europa della Repubblica Ceca, ha scritto su Twitter, a proposito della lista dei desideri di May, che sembrava “un po’ ambiziosa”, aggiungendo: “Il commercio più libero possibile, il pieno controllo in materia di immigrazione … si può avere tutto senza dare nulla in cambio?”. Parlando al Guardian, ha criticato il suo discorso ritenendolo un “discorso di politica interna” che ha mostrato “ciò che la Gran Bretagna potrebbe prendere dal tavolo”, senza spiegare che cosa avrebbe portato in cambio. “Da un lato vuole essere parte dell’unione doganale, ma dall’altro vorrebbe che il Regno Unito avesse le proprie politiche commerciali nei confronti di altri paesi”, ha continuato a dire. “Questa è una cosa difficile da conciliare. Non ha neanche precisato in modo sufficientemente dettagliato come comportarsi con i diritti di tutti quei cittadini che attualmente vivono nel Regno Unito e quale tipo di accordo potrebbe essere raggiunto per garantire i cittadini britannici che vivono nei paesi dell’UE. Mi aspettavo più dettagli sullo stato delle persone che vivono e lavorano in Gran Bretagna e pagano le tasse attualmente. È ancora molto recente nella nostra memoria la proposta, di qualche mese fa, sulle aziende britanniche, di pubblicare delle liste degli stranieri cui danno lavoro. La gente è preoccupata non solo per gli attacchi fisici, ma anche per le minacce al loro lavoro. Questa atmosfera è veramente dannosa”.

    Diversi commentatori e organizzazioni hanno detto che la loro – e dell’UE – priorità deve essere quella di proteggere il Mercato unico. “L’UE deve mostrare un fronte unito”, ha detto Dieter Kempf, presidente della federazione dell’industria tedesca (BDI). “Può esserci un solo motto per i politici di Bruxelles e di Berlino durante i negoziati per la Brexit, per rafforzare e tenere unita l’Europa. Le quattro libertà fondamentali sono inamovibili. Non ci devono essere confini per beni, servizi, capitali e lavoratori”.

    Le istituzioni dell’UE hanno categoricamente rifiutato di negoziare prima che il governo del Regno Unito faccia scattare l’articolo 50. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, che è stato informato sul discorso, parlerà con May martedì.

    I ministri dell’UE sono stati generalmente diplomatici e positivi. Il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha accolto con favore “un po’ più di chiarezza” e il fatto che la Gran Bretagna stia cercando “un partenariato costruttivo, un’amicizia, con una forte UE. Questo è positivo”.

    Sandro Gozi, sottosegretario in Italia per gli affari europei, è stato anche soddisfatto che May abbia finalmente confermato ciò che molti avevano a lungo sospettato. “È finalmente chiaro quello che vogliono. Vogliono lasciare per sempre e vogliono una Brexit totale”. Gozi ha detto alle Newsnight della BBC di martedì: “Quello che ho trovato piuttosto strano del discorso di Theresa May è che lei dice che il Regno Unito non dovrebbe essere metà dentro e metà fuori, dopo tutto il Regno Unito è sempre stato con un piede dentro e uno fuori dall’Unione europea. Abbiamo dato ai britannici tante eccezioni da quando si sono uniti alla comunità economica nel 1973”.

    Il ministro polacco per gli affari europei, Konrad Szymański, ha accolto le indicazioni di May che garantiscono un accordo sui diritti dei cittadini dell’Unione in Gran Bretagna – e dei cittadini britannici nell’UE –  era “la cosa giusta ed equa da fare”. Ha anche detto a May che la Polonia insisterà sul fatto che i progetti diretti a controllare l’immigrazione nel Regno Unito “devono essere proporzionati e garantire un equo trattamento di tutti i cittadini europei, indipendentemente dai loro profili professionali”.

    Il governo irlandese ha accolto l’impegno di May a mantenere l’accordo, precedente all’Ue, di una zona di libero movimento tra la Gran Bretagna e l’Irlanda e la promessa che non ci sarebbe alcuna frontiera tra Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda.

    Diversi politici e commentatori del continente sono stati critici su alcuni aspetti del discorso, in particolare sulla minaccia di trasformare la Gran Bretagna in un paradiso fiscale se dovesse essere esclusa dal Mercato unico.

    Philippe Lamberts, il co-presidente del gruppo Verdi-ALE al Parlamento Europeo, ha descritto il discorso come uno schiaffo in faccia per tutti coloro che speravano che il futuro rapporto Ue – Regno Unito fosse stato qualcosa di più che solo una cooperazione economica.

    L’eurodeputata liberale francese, Sylvie Goulard, ha accolto la retorica solitamente amichevole di May verso l’Europa, ma ha detto che la minaccia del premier di trasformare la Gran Bretagna in un’isola a basse imposte è pari a un ricatto. Ha anche sottolineato che il discorso di May non conteneva alcun riferimento diretto al conto di 60 miliardi di euro (51 miliardi di sterline) per la Brexit messo a punto dal negoziatore europeo per la Brexit, Michel Barnier. “Questa è la sua versione di ciò che sembrerebbe un buon affare e c’è ancora un sacco di lavoro da fare”, ha detto Goulard. “Ricattare i partner non è mai una buona cosa”, ha aggiunto, dicendo che l’intera questione delle imposte è stata “molto preoccupante. Per quanto ne so, il Regno Unito è un membro dell’OCSE e si impegna … a non incoraggiare l’evasione fiscale “.

    La minaccia implicita ha portato un diplomatico presente alla Lancaster House a dire: “Se si è disposti a vendere l’anima, assicurarti di avere qualcosa da vendere”. Un altro ha detto che l’ossatura del discorso è stata un “po’ uno strano miscuglio”. “Il primo ministro ha detto che ha condiviso i nostri valori, ma poi c’è stata la minaccia non troppo velata di diventare un paradiso fiscale, cercando di fissare le condizioni in tutta Europa”, hanno detto altri.

    Jean-Claude Piris, un ex capo del servizio giuridico del Consiglio europeo, ha detto che il discorso non conteneva grandi sorprese, tranne la proposta di “una bizzarra unione doganale” con l’UE, che a suo dire non sarebbe stato permesso dal GATT, l’accordo dell’Organizzazione mondiale del commercio. “In caso contrario, lei sta chiedendo la luna, che è normale all’inizio dei negoziati”, ha detto Piris. May ha detto nel suo discorso che voleva un nuovo accordo doganale, ma che aveva una mente aperta su come lavorarci.

    Altri commentatori, come l’ex primo ministro svedese Carl Bildt, hanno visto il discorso semplicemente come una ritirata dall’Europa. Bildt ha scritto su Twitter che la Gran Bretagna sembrava essere alla ricerca di qualcosa di un po’ meno dell’accordo di libero scambio dell’Ucraina con l’Ue. “Mi dispiace l’approccio che il governo britannico ha intrapreso”, ha detto. “Credo che la maggior parte della Ue avrebbe preferito un rapporto più stretto con il Regno Unito.”

    Tags: brexitCommentidiscorsothe guardianTheresa May

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