Bruxelles – Il consiglio “Affari Esteri” dell’Ue riunito oggi a Bruxelles ha adottato le conclusioni sul Libano riconfermando “il supporto dell’Unione europea al processo democratico in Libano e accogliendo con favore la notizia dell’elezione del presidente Michel Aoun”, l’ottantunenne ex generale cristiano, sostenuto da Hezbollah e eletto dal Parlamento il 31 ottobre del 2016, dopo due anni e mezzo dalla fine del mandato di di Michel Sleiman nel maggio del 2014.
Il vuoto politico durato 29 mesi era stato causato dal mancato accordo politico tra lo schieramento sunnita e quello sciita. Superate le tensioni tra le due maggiori forze politico-confessionali, dal 18 dicembre del 2016 il Libano ha finalmente un nuovo governo di unità nazionale guidato dal sunnita Saad Hariri.
La costituzione libanese prevede che a guidare il Paese siano tre rappresentanti delle confessioni religiose maggioritarie: il presidente della Repubblica deve essere cristiano, il Premier musulmano sunnita e il presidente del Parlamento musulmano sciita.
Il prossimo maggio sono previste le elezioni politiche, salvo un terzo rinvio, le prime dal 2009. Per questo il Consiglio Affari Esteri nelle conclusioni chiede, al Paese “di indire elezioni immediate nel 2017 e assicurare un processo elettorale trasparente e regolare”.
Il Consiglio infine ricorda “l’importanza dell’impegno continuo del Libano nella sua politica di dissociazione da tutti i conflitti regionali, così come dello “sforzo straordinario nell’ospitare nel Paese oltre un milione e cento mila rifugiati siriani” in un territorio in cui abitano 4 milioni e mezzo di persone.