L’Unione europea ufficializza le misure contro il loro fotovoltaico, da agosto tasse al 47,6%
La Cina per non danneggiare gli amici tedeschi vuole tassare il vino. Coldiretti: “Un duro colpo”
La guerra fredda nel 21esimo secolo si combatte a colpi di dazi ‘antidumping’. Neanche il tempo di ufficializzare la notizia che l’Unione europea ha deciso di imporre delle tasse sulle importazioni di pannelli solari cinesi, che Pechino risponde con una indagine per imporre lo stesso tipo di tasse sulle sue importazioni di vino dall’Europa. L’accusa da entrambe le parti è la stessa: gli aiuti di Stato falsano il mercato.
L’inchiesta Ue è stata avviata nel settembre 2012, in questi nove mesi la Commissione europea ha accertato che le società cinesi vendono pannelli solari all’Europa a prezzi assai inferiori al valore normale di mercato, danneggiando così considerevolmente i produttori nostrani, soprattutto tedeschi e italiani. I pannelli cinesi sono infatti venduti a prezzi dell’88% inferiri rispetto a quelli made in Ue. Questo prezzo stracciato è dovuto alla sovrapproduzione che è sostenuta da aiuti statali ritenuti illegali da Bruxelles. E così per ristabilire la proporzionalità dei prezzi l’aliquota del dazio sarà fissata all’11,8% sino al 6 agosto 2013. A partire da tale data la tassa salirà a ben il 47,6%. La misura, inizialmente appoggiata da Berlino, è stata poi contestata dalla stessa Germania, impaurita da possibili ritorsioni di Pechino sui suoi affari nel Paese.
Le ritorsioni a quanto pare ci sono state, ma a farne le spese saranno probabilmente altri Paesi membri, nello specifico la Francia, la Spagna e l’Italia. Si perché la Cina accusa l’Ue di aiutare le sue esportazioni di vino con finanziamenti statali. Secondo quanto dichiarato da Roger Waite, portavoce del commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale, il valore delle esportazioni dell’Ue verso Pechino nel 2012 è stato complessivamente di 763 milioni di euro (circa 290 milioni di ettolitri di vino), ovvero l’8,6% delle esportazioni totali. La maggior parte provenivano dalla Francia (546 milioni), seguita da Spagna (89 milioni) e Italia (77 milioni). A queste vanno aggiunti altri 600 milioni di esportazione ad Hong Kong, regione a statuto speciale della Repubblica popolare. Insomma si tratta di un volume di affari considerevole, anche se non comparabile a quello dei pannelli solari (il volume delle importazioni dalla Cina di materiali fotovoltaici nel 2011 è stato di circa 21 miliardi di euro). “Le sovvenzioni statali ci sono ma sono per la produzione del vino, non per l’esportazione, e quindi non c’è dumping” ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo di Bruxelles, Olivier Bailly. “La Cina come membro del Wto ha tutto il diritto di fare questa indagine che noi seguiremo da molto vicino” ha spiegato, rifiutandosi però di collegare i due provvedimenti, “non esistono guerre di dumping” ha affermato.
I possibili danni che potrebbero conseguire da queste misure di Pechino preoccupano naturalmente i produttori italiani. Il trend delle nostre esportazioni è infatti in crescita. Secondo i dati della Coldiretti dal 2008 ad oggi le esportazioni nazionali nel Paese asiatico sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni di euro, e anche i primi due mesi di quest’anno hanno confermato il risultato positivo, con un aumento record del 42 per cento. Si tratterebbe quindi di “un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che è costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno” spiega la Coldiretti.
Alfonso Bianchi
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