Bruxelles – Soffia sempre più forte il vento di crisi sulla Polonia. Il leader del partito nazional conservatore al potere Pis (Diritto e Giustizia), Jaroslaw Kaczynski, si è scagliato contro il sit-in permanente delle opposizioni di fronte al Parlamento affermando che si tratta di forme di protesta illegittime e “di natura criminale” e avvertendo che si rischiano “esiti tragici” per il Paese.
Nelle stesse ore in cui a Varsavia venivano pronunciate queste parole, a Bruxelles la Commissione dava altri due mesi di tempo alla Polonia con la raccomandazione di tornare al normale funzionamento del tribunale costituzionale e ripristinare lo stato di diritto. Nonostante il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, dicesse di essere “non ottimista” per il futuro dello stato di diritto a Varsavia.
Anche se il ministero degli Esteri stamane ha dichiarato che quelle che vengono da Bruxelles sono “preoccupazioni infondate”, Kaczynski definendo la protesta delle opposizioni “azioni criminali, illegali, non contemplate dalla Costituzione”, lancia un segnale poco incoraggiante.
Malgrado gli avvertimenti alla piazza, il sit-in delle opposizioni liberali continueranno fino all’11 gennaio, giorno della ripresa dei lavori parlamentari. La protesta era iniziata lo scorso venerdì 16 dicembre contro la cosiddetta legge bavaglio che limitava a sole cinque televisioni selezionate dal governo l’accesso della stampa all’assemblea del Sejm, il parlamento polacco.
Accogliendole richieste del sit-in e grazie alla mediazione del capo dello Stato Duda, il disegno di legge sulla stampa è stato ritirato dal governo, ma in Polonia resta un clima di forte tensione e precarietà sulle condizione dello stato di diritto.