Van Rompuy: “Non commentiamo problemi di Paesi candidati. Erdogan troverà una soluzione”
Il ministro della Difesa Mauro: “Fatti gravissimi. Rispettare libertà di opinione e manifestazione
Come per la Siria anche sulla Turchia l’Unione europea si divide. Nel Paese candidato all’adesione all’Ue le iniziali proteste per la costruzione di un centro commerciale al posto di un parco sono sfociate in disordini, con le forze dell’ordine accusate di aver avuto mano troppo dura. L’Ue tace: la Commissione europea si è limitata a esprimere preoccupazione (con il portavoce di Catherine Ashton che ha fatto sapere che l’Alto rappresentante per la politi estera “è preoccupata per l’uso sproporzionato delle forza” da parte delle forze dell’ordine). A Yekaterinburg, dove si trovava per il vertice Ue-Russia, il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha glissato: “Non intendo fare commenti su questioni di affari interni, soprattutto per un Paese candidato come la Turchia”, ha detto il belga-fiammingo, che proprio due settimane fa era stato per la prima volta in visita ufficiale ad Ankara. “Ogni Paese ha i suoi problemi, e sono certo che Turchia saprà trovare la soluzione”.
L’Ue cerca dunque di non disturbare, ma tra i Paesi membri si alza la voce dell’Italia. “Quello che è accaduto in Turchia non è semplice, e deve essere considerato alla luce di quel che abbiamo visto, che sono comunque fatti gravissimi”, il giudizio del ministro della Difesa, Mauro Mauro, a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles. I rapporti fra gli alleati dell’Alleanza atlantica, ha messo in chiaro Mauro, permettono di “richiamare formalmente e informalmente quel governo, come se fosse il nostro, a rimettere al centro delle preoccupazioni la persona”. La Turchia è un dossier che va affrontato. Anche perché mira a far parte di un’Ue che “ha fra i suoi temi principali la libertà di opinione, di espressione e di manifestazione”. Duri anche i toni della titolare della Farnesina, Emma Bonino. “È molto grave che le tensioni di questi giorni abbiano causato anche un bilancio di vittime”. Il diritto a manifestare pacificamente, ricorda il ministro degli Esteri, “è un pilastro irrinunciabile della democrazia, come lo sono il pluralismo e la tolleranza”.
Renato Giannetti
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