Bruxelles – Il posto di Donald Tusk come presidente del Consiglio europeo “non è a rischio”, e ora che a giugno il suo mandato andrà in scadenza si prevede un rinnovo. Su questo punto punto i leader del Ppe, riuniti per il Vertice a Bruxelles organizzato come di consueto in occasione del Consiglio europeo, sono compatti. Nessuno è disposto a prendere in considerazione uno scambio per facilitare l’elezione di Antonio Tajani alla successione a Martin Schulz alla carica di Presidente del Parlamento europeo.
“La storia dell’equilibrio delle istituzioni” rivendicata da Gianni Pittella, che afferma che i tre vertici Ue non possono essere dati tutti ai popolari, “è un’invenzione”, taglia corto Elmar Brok, presidente della commissione Affari Esteri al Parlamento europeo, considerato l’uomo di Angela Merkel nell’Assemblea comunitaria. Il tedesco della Cdu al termine della riunione dei popolari, ricorda che dopo le elezioni europee “i socialisti, avendo noi ottenuto la presidenza della Commissione europea con Jean-Claude Juncker, avrebbero potuto scegliere tra la presidenza del Consiglio europeo o l’Alto Rappresentante”. Allora il Pse avrebbe potuto dare la prima “o a Enrico Letta o alla danese Helle Thorning-Schmidt”, ma “Renzi ha preferito Federica Mogherini Alto rappresentante”. Non solo, “nella trattativa era compresa la presidenza dell’Eurogruppo, che è andata al socialista Jeroen Dijsselbloem, e non allo spagnolo (popolare, ndr) Luis de Guindos”, ha spiegato Brok . “E per di più”, ha continuato Brok, “c’è un accordo scritto con socialisti e liberali che prevede che la seconda parte della legislatura il Ppe avrebbe avuto la presidenza del Parlamento europeo”. Insomma la discussione non c’è e Tajani ha tutto il diritto di puntare alla presidenza di Strasburgo. “Il Ppe rivendica le tre presidenze come concordato a inizio legislatura”, ha affermato al termine del vertice Angelino Alfano, neo ministro degli Esteri italiano.
“I socialisti lamentano che ci saranno tre vertici del Ppe, ma se torniamo al 2014 vediamo che i socialisti non hanno chiesto la presidenza del Consiglio, ma l’Alto rappresentante, è stata una scelta loro, quindi il problema è dei socialisti non nostro”, ha affermato Tajani, anche lui al Vertice, che definisce “fantapolitica”, l’ipotesi che Ppe e S&D possano alla fine mettersi d’accordo su un terzo nome, magari quello del liberale Guy Verhofstadt. “Io sono candidato per vincere”, ha concluso Tajani.