Bruxelles – Continua la battaglia in solitaria dell’Austria per chiedere il congelamento dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione europea. Oggi al Consiglio Affari generali Vienna ha messo il suo veto a un testo che riaffermava l’impegno europeo all’allargamento, anche quello verso la Turchia, costringendo i Ventotto a dover ricorrere alla forma più ‘debole’ della dichiarazione a nome della presidenza dell’Ue. “Lasciatemi dire francamente che volevamo ottenere di più, volevamo avere delle conclusioni ma un Paese non è stato in grado di supportare il compromesso che tutti gli altri 27 trovavano accettabile”, ha dichiarato al termine del Consiglio il vicepremier slovacco Miroslav Lajcak, parlando a nome della presidenza di turno dell’Ue.
In questo testo “viene riaffermato l’impegno per allargamento, e si inserisce grande importanza alla credibilità del processo”, ha continuato Lajcak secondo cui questo vuol dire che “se il Paese porta avanti le riforme necessarie l’Ue deve rispettare i suoi impegni”. Insomma nessuna congelamento a priori del processo di un Paese candidato, nemmeno della Turchia, e non importa se nel Paese di Erdogan in seguito alle misure eccezionali seguite al fallito colpo di Stato continuino ad essere imprigionati membri dell’opposizione e giornalisti. Ma questo approccio all’Austria non è andato giù e Vienna ha quindi rifiutato il suo appoggio al testo, mettendo in sostanza un veto allo stesso. Gli altri Paesi, seppur con sfumature più critiche da parte dei Paesi Bassi, erano tutti, Italia compresa, a favore del testo.