Roma – Paolo Gentiloni ha accettato l’incarico e ha presentato la propria squadra di governo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Molte le conferme, per un esecutivo che difficilmente segnerà nette discontinuità con quello precedente. Il giuramento si terrà stasera stessa, alle 20, per consentire a Gentiloni di incassare la fiducia in entrambi i rami del Parlamento e recarsi al Consiglio europeo di giovedì prossimo pienamente in carica. Sarà un’“Italia che si batte nell’Ue per delle politiche migratorie comuni e delle politiche economiche finalmente orientate alla crescita”, ha indicato il presidente del Consiglio in pectore annunciando un impegno determinato su questi fronti, in continuità con il suo predecessore Matteo Renzi.
Come il suo predecessore, inoltre, Gentiloni avrà a che fare con le grane di numeri risicati al Senato, dal momento che il gruppo di Ala, che fa capo all’ex berlusconiano Denis Verdini e all’ex sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, ha già dichiarato che non voterà la fiducia a un governo in cui, contrariamente alle aspettative, non ha trovato rappresentanza.
Tra le novità rispetto al governo precedente c’è la guida del ministero degli Interni, affidato al sottosegretario uscente con delega alla Sicurezza, Marco Minniti, il quale in campo europeo dovrà occuparsi di cooperazione tra forze di polizia in funzione antiterrorismo, ed erediterà i dossier sulla gestione dei flussi migratori da Angelino Alfano. Quest’ultimo, dal Viminale passa alla Farnesina come titolare degli Affari esteri. Dal nuovo dicastero, Alfano seguirà la proiezione esterna dall’agenda europea per le migrazioni, basata su accordi con i Paesi di provenienza e transito dei migranti, ai quali assicurare investimenti per lo sviluppo a fronte di una collaborazione sull’immigrazione.
All’Economia la conferma di Pier Carlo Padoan. Il titolare di Via XX Settembre dovrà affrontare subito la questione del Monte dei Paschi di Siena, per la quale ha già pronto un decreto qualora non riuscisse l’estremo tentativo di un aumento di capitale con soluzioni di mercato. Poi si troverà a proseguire il dialogo con le istituzioni europee sulla Legge di bilancio 2017. Un confronto che si preannuncia complesso dopo le richieste di correttivi annunciate dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.
Conferma anche per Andrea Orlando alla Giustizia, che seguirà tra gli altri il dossier relativo all’istituzione della Procura europea. Roberta Pinotti rimane alla Difesa, confermando la spinta che l’Italia ha dato nei mesi scorsi ai progressi registrati in materia di difesa comune. Restano al loro posto anche Graziano Delrio ai Trasporti, Giuliano Poletti al Lavoro, Beatrice Lorenzin alla Salute, Dario Franceschini ai Beni culturali, Marianna Madia alla Pubblica amministrazione.
Conserva le deleghe all’Agricoltura Maurizio Martina, che continuerà a gestire i fondi per la Politica agricola comune europea. Gian Luca Galletti mantiene il ministero dell’Ambiente e continuerà a confrontarsi con la Commissione europea in merito alle numerose infrazioni che pesano sul nostro Paese per questioni ambientali. L’ultimo ministro che conferma la propria posizione è Carlo Calenda, titolare dello Sviluppo economico, che potrà continuare a seguire il Piano per l’Industria 4.0 lanciato con La legge di bilancio.
I Rapporti con il Parlamento vengono affidati alla senatrice Pd Anna Finocchiaro, e Maria Elena Boschi, che prima deteneva questa delega insieme con quella per le Riforma, sarà sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il ministro per gli Affari Regionali sarà Enrico Costa, mentre il sottosegretario uscente, Claudio De Vincenti, continuerà ad occuparsi delle politiche di Coesione ma da un ministero ad hoc che include anche le Politiche per il Mezzogiorno. Il fedelissimo di Renzi, Luca Lotti, va alla guida del ministero per lo Sport, mentre Stefania Giannini, autrice di una contestata riforma della scuola, non è stata confermata all’Istruzione, dove invece va la senatrice Pd Valeria Fedeli.