Berlini – Si è chiuso oggi a Essen il congresso della Cdu (Christlich Demokratische Union) ,il partito di Angela Merkel, che oltre a riconfermare la Cancelliera come candidata alla elezioni del 2017 al Bundestag ha anche tracciato le linee direttrici del partito, con un leggero spostamento a destra e l’apertura a politiche che si potrebbero apparentare al partito populista Afd (Alternative Für Deutschland).
La Kanzlerin ha ricevuto l’89,5% delle preferenze, che sebbene possano sembrare un plebiscito sono comunque al di sotto del 97% ottenuto prima delle elezioni del 2013. Merkel ha pagato le dure sconfitte elettorali sofferte negli ultimi mesi in Meclemburgo-Pomerania e le lotte intestine con Csu(Christlich-Soziale Union), la compagine bavarese del partito, e il suo leader Horst Seehofer, che la accusava per la politica troppo espansiva sui rifugiati.
Ed è proprio sull’integrazione dei musulmani in Germania è arrivato il primo monito della cancelliera che ha dichiarato di voler introdurre il divieto di velo “in tutti i luoghi dove la legge lo consente”. A questo divieto si aggiungono le mozioni votate dall’assemblea sull’inasprimento del diritto di asilo e sul divieto di avere la doppia nazionalità, presentata dai giovani del partito, che ha ottenuto una maggioranza di poco superiore al 51%.
L’annuncio ha ricevuto un’aspra critica da parte dell’alleato di governo Spd (Sozialdemokratische Partei Deutschlands), che attraverso il suo leader, Sigmar Gabriel, ha dichiarato che Merkel ha “comprato” la propria rielezione attraverso questa misura e che almeno in questa legislatura non ci sarà nessun cambiamento sulla legge per la doppia cittadinanza. Nel 2014 un accordo tra Cdu, Csu e Spd aveva portato alla possibilità di doppia cittadinanza entro limiti ristretti.
Nel censimento 2011 circa 4,3 milioni di persone avevano la doppia nazionalità e di questi, 690.000 erano polacchi, 570.000 russi e 530.000 turchi. Per contro, sempre nello stesso periodo 1,5 milioni di turchi non avevano un passaporto tedesco benché avessero una residenza permanente, mentre 800.000 persone di origine turca avevano solo il passaporto tedesco. Questo indica che meno di un quinto della popolazione di origine turca in Germania ha due passaporti.
Evidentemente il desiderio di chiudere alla possibilità di una doppia cittadinanza viene dalla manifestazioni di turchi-tedeschi, in particolare quella di Colonia, a sostegno del presidente turco Racep Tayip Erdogan. La domanda è se questi cittadini possano essere definiti veramente tedeschi. Certo è che, da un altro punto di vista, Spd ha tutto l’interesse a mantenere, almeno sotto il profilo elettorale, questa legge, in quanto il 69% dei cittadini turchi sostiene il partito di Sigmar Gabriel.
Sempre su immigrazione e rifugiati è intervenuto il rappresentante del Baden-Württemberg che ha proposto l’istituzione di “zone di transito”, centri di raccolta e identificazione in aree vicine ai confini tedeschi. Presa di posizione dura che va contro al “Wir Schaffen Das” (possiamo farcela) pronunciato ad aprile dalla cancelliera. Ma anche qui Merkel ha fatto un passo indietro e ha promesso che non permetterà più quello che è successo negli ultimi anni, riferendosi probabilmente ad una stretta sull’accoglienza dei rifugiati.
A confermare l’apertura a destra del partito, Merkel ha dichiarato che c’è l’esigenza di “integrare a destra” oltre a definire le prossime elezioni come “diverse da tutte le altre”, perchè “nel 2016, il mondo non è diventato più forte, ma più debole. Abbiamo a che fare con una situazione mondiale tutta da risolvere” nella quale rientra anche la guerra asimmetrica del terrorismo, vero “flagello dell’umanità.”
Insomma, sembra che questo congresso sia la risposta a quella parte del popolo tedesco che ha votato Afd per protesta contro le politiche sull’accoglienza della Merkel, come se la Cdu abbia capito che adesso è il populismo che prende voti, in particolare quello a destra, e voglia far sue le battaglie che nelle ultime elezioni sono state di Frauke Petry.
Ma questo spostamento a destra porterà senza dubbio a degli scontri all’interno della coalizione di governo e molto probabilmente renderà ancora più difficile una nuova Große Koalition nel 2017 aprendo la strada, ma questo è tutto da vedere, ad una coalizione Rosso-Rosso-Verde, proprio come nella capitale.
Merkel ha pagato un dazio per la rielezione, si è dovuta riallineare verso destra, ascoltare le voci dissonanti all’interno del partito e meritarsi la ricandidatura, in parte anche attraverso gli annunci sul velo e sull’accoglienza, ma senza dubbio lei era l’unica l’alternativa credibile al momento e consapevole di questo ha semplicemente fatto buon viso a cattivo gioco.