Roma – Dimissioni congelate fino all’approvazione della Legge di Bilancio: questo il risultato della lunga giornata post referendum del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il capo dell’esecutivo ha rassegnato in serata le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, ma Sergio Mattarella, in un colloquio durato mezz’ora, lo ha invitato a “soprassedere” per qualche giorno, fino al varo della manovra per il 2017.
Mattarella, che ha avuto anche un lungo colloquio telefonico con l’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, la vicepresidente della Commissione Ue Federica Mogherini, già stamattina, dopo un confronto informale con Renzi durato oltre un’ora, aveva indicato la necessità di rispettare “impegni e scadenze”, in serata ha chiesto allo stesso premier di portare a compimento la Legge di bilancio prima di aprire la crisi di governo.
L’approvazione potrebbe arrivare già venerdì, se il senato procederà a un rapido esame senza apportare modifiche al testo licenziato da Montecitorio. Poi si aprirebbe formalmente la crisi, con il conseguente avvio delle consultazioni dei gruppi politici da parte dell’inquilino del Colle. Un passaggio che potrebbe concludersi in un paio di giorni con l’assegnazione dell’incarico a un successore di Renzi. A tal proposito si fanno sempre più insistenti le voci che da giorni indicano nell’attuale ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il futuro premier in grado di dare continuità ai rapporti con l’Ue mentre il Parlamento discute una nuova legge elettorale.
È ancora presto per capire se sarà effettivamente il titolare di Via XX settembre a spostarsi a Palazzo Chigi. Presto anche per capire come Renzi intenderà giocarsi le possibilità di tornare a capo dell’esecutivo. Molto dipenderà da come saprà gestire il contraccolpo del referendum da segretario del Pd. Per capirlo basterà aspettare la Direzione nazionale del partito, convocata per mercoledì prossimo. Lì si regoleranno i conti e si deciderà come andare avanti.