Bruxelles – Era dal 2012 che l’Italia non raggiungeva le percentuali attuali. Secondo l’ultimo rapporto dell’Eurostat, tra il primo e il secondo semestre del 2016, in Italia il 17,4% dei disoccupati ha trovato lavoro, quasi un italiano su cinque, in linea con la media europea.
Il nostro Paese, insieme a Grecia e Spagna, resta comunque tra “i paesi con un alto tasso di disoccupazione e basso livello di transito verso il lavoro”, segnala l’ufficio statistico dell’Ue.
Nell’ultima rilevazione relativa ad agosto il tasso di disoccupazione nell’Unione europea era dell’8,6% e nella zona euro del 10,7%. I tassi più alti sono stati osservati in Grecia (23,4% a giugno 2016) e in Spagna (19,5%), seguite dalla Croatia (12,9%), Cipro (12,1%) e Italia (11,4%).
Se guardiamo al trend di miglioramento tra i due semestri di ogni anno vediamo che nel 2012 era stato appunto del 17,4%, si era fermato al 12,7%, l’anno successico poi era salito al 13,2% nel 2014 arrivando al 16,1 nel 2015.
A livello europeo, un disoccupato su 5 dal primo al secondo semestre del 2016 ha trovato lavoro. Tra tutti coloro che nell’Unione europea erano disoccupati nella prima metà del 2016, il 63.2% (12,6 milioni di persone) è rimasto disoccupato nella seconda metà dell’anno, mentre 19,5% di loro (3,9 milioni) hanno trovato lavoro. Una percentuale simile, 17,3% (3,5 milioni) è invece finita nel buco nero degli inattivi, cioè coloro che non rientrano né nella categoria degli occupati né in quella dei disoccupati. Sono considerati “inattivi economici” studenti, pensionati, casalinghe: persone che non solo hanno un lavoro, ma neppure lo cercano.
Tra la prima e la seconda metà del 2016, inoltre, tra tutti coloro che avevano un lavoro all’inizio dell’anno, il 97,8% (170,8 milioni di persone) lo ha mantenuto, mentre l’1,2% (2 milioni), è rimasto senza lavoro e l’1,6% (2,7 milioni) si è trasformato in un inattivo.
Il 93,3 % delle persone che si trovavano in una condizione di inattività economica già all’inizio del 2016 non sono riuscite a cambiare la loro situazione nella seconda metà dell’anno. Mentre solo il 6,7% degli inattivi è riuscito ad entrare nel mondo del lavoro, il 3,1% trovando lavoro, mentre il 3,6% diventando disoccupato.