Saluto i relatori e tutti i partecipanti al forum sulla governance europea organizzato qui alla Camera da Eunews. Difficile immaginare un tema di più stringente attualità. L’Europa attraversa una crisi profonda: pesa il distacco crescente tra Ue e cittadini, pesa la difficoltà dei governi nella gestione del fenomeno della globalizzazione, che insieme a nuove opportunità ha generato più acute disuguaglianze.
L’Unione si trova oggi a pagare un prezzo molto alto: il progetto europeo non è concluso, le istituzioni comunitarie non hanno il potere per dare risposte adeguate, il bilancio europeo è irrisorio rispetto ad un serio bilancio federale, la politica economica di questi anni si è concentrata molto sull’austerità e troppo poco sulla crescita. A tutte queste ragioni di malessere profondo si aggiunge la crisi dei migranti, che ha accelerato un sentimento di contestazione contro le proposte avanzate dalla Commissione.
Per chi crede nel progetto europeo, questo è il momento in cui è essenziale avere una prospettiva, una visione, la capacità di rilanciare il cammino verso l’integrazione politica. Perché se rimaniamo fermi, noi che ci crediamo, ne trarrà vantaggio solo il fronte di chi vuole disgregare tutto. Un fronte sempre più numeroso.
Oggi più di ieri c’è un diffuso interesse affinché l’Europa fallisca. La congiuntura politica fa capire chiaramente che alcuni partners non hanno interesse ad un’Europa coesa. Inoltre, all’interno dell’UE, non a tutti è chiaro che far parte di una famiglia vuol dire condividere responsabilità, stare insieme nella buona e nella cattiva sorte. Invece molti Stati membri – specialmente all’Est – non ritengono di condividere i doveri che tutti abbiamo in materia di migranti. Mi auguro che a marzo, in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, si faccia un chiarimento su cosa ci tenga insieme e sui grandi traguardi che ancora possiamo raggiungere.
Questa è la posta in palio nella vostra discussione. Buon lavoro.