Roma – Il governo di Theresa May “proporrà un appello” contro la sentenza dell’Alta corte del Regno unito, che prevede la necessità di un via libera sulla Brexit da parte del Parlamento di Westminster, “e ci aspettiamo una decisione prima di Natale o a inizio gennaio”. È quanto dichiara l’ambasciatrice britannica in Italia, Jill Morris, in audizione davanti al comitato Schengen.
La rappresentante diplomatica conferma quindi che l’intenzione Downing street “rimane quella di attivare il procedimento di recesso dall’Ue”. L’esecutivo è “convinto e determinato” ad avviare l’iter per il divorzio dall’Unione europea previsto dall’articolo 50 dei trattati, precisa Morris, “e a rispettare la scadenza che abbiamo dichiarato”, cioè marzo 2017.
Riguardo ai negoziati, Morris indica nella conservazione dei diritti acquisiti un punto che “suscita molte preoccupazioni anche per i cittadini britannici”. È intenzione di Londra “proteggere i diritti acquisiti dei cittadini italiani o europei che sono già nel Regno unito”, spiega, “ma c’è una condizione: la reciprocità”. Si tratta di una questione che sta a cuore tanto ai britannici quanto ai partner europei e per questo, indica l’ambasciatrice, “vorremmo affrontarla all’inizio delle negoziazioni”.
Altro punto delicato è la libertà di ingresso in Gran Bretagna per gli europei. “Le modalità con cui il governo controllerà la circolazione dei cittadini dell’Ue dopo la Brexit devono ancora essere determinate”, assicura Morris. Tuttavia, ricorda “abbiamo affermato chiaramente che una delle nostre priorità è poter determinare il numero di persone che arrivano dall’Europa”. Una condizione, quella delle restrizioni alla libera circolazione delle persone, che secondo i partner europei è inconciliabile con la permanenza di Londra nel Mercato unico.