Bruxelles – Bene la proposta della Commissione una parte della banda 700 Mhz, quella solitamente usata dalle trasmissioni televisive, per fare posto ai nuovi servizi digitali come il 5G. Ma i deputati vogliono concedere più flessibilità agli Stati per quanto riguarda l’entrata in vigore. Resta la scadenza dell’anno 2020 per la cessione delle frequenze ma i Paesi possono rimandare la liberazione dello spettro radio fino al 2022 se avranno “ragioni giustificate”.
È quanto sancisce la proposta dell’esecutivo europeo approvata alla commissione Industria del Parlamento europeo, che chiede “tempi certi per tutti ma con regole che tengono in conto le specificità nazionali”, come ha spiegato l’europarlamentare del Pd Patrizia Toia, relatrice della proposta per l’Aula.
Inoltre “gli Stati membri saranno autorizzati a compensare eventuali sovraccosti per i consumatori finali. In questo modo garantiamo il progresso tecnologico senza penalizzare i consumatori”, ha spiegato Toia.
Ora i 28 Stati membri dovranno approvare una “roadmap nazionale” entro il 30 giugno 2018, mentre il dossier sarà negoziato con i rappresentanti del Consiglio e prima di essere approvato definitivamente dalla plenaria del Parlamento europeo.
Toia è convinta che “l’Europa deve rimanere all’avanguardia sul fronte dell’innovazione tecnologica, utilizzando in modo efficiente il proprio spettro, supportando la tecnologia 5G e tutelando la diversità culturale garantita anche da servizi di trasmissione televisiva di qualità”.