Bruxelles – La Turchia “si allontana ogni giorno di più dall’Europa”. È la “amara” constatazione che ha fatto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, parlando al Collegio d’Europa di Bruges. Ankara “un giorno, che non sia nel 2028 ma domani, ci deve far sapere se vuole davvero diventare un membro dell’Ue”, in quanto “tutto quello che stanno facendo le autorità turche mi fa pensare che la Turchia non lo vuole”, ha detto Juncker riferendosi alla repressione che dal fallito colpo di Stato sta colpendo diversi settori della società, e soprattutto i curdi, con l’arresto addirittura dei leader e deputati democraticamente eletti del Dhp. L’accordo stipulato con la Turchia sui migranti “sta funzionando”, ha rivendicato il presidente, ma questo, ha avvertito, “non deve farci abbandonare i nostri valori e principi”.
E uno degli strumenti di pressione che Bruxelles intende utilizzare per provare a convincere il governo di Recep Tayyip Erdoğan ad abbandonare la svolta autoritaria che ogni giorno diventa sempre più evidente è la liberalizzazione dei visti che è stata promessa dall’Ue proprio per l’accordo sui migranti. “Se rifiutiamo la liberalizzazione dei visti la colpa non sarà delle autorità europee ma di quelle turche e Erdoğan dovrà spiegare alla sua popolazione perché non potrà viaggiare liberamente in Europa, in quanto è lui che non ha rispettato le condizioni su cui ci eravamo accordati”, ha avvertito Juncker. L’Europa a suo avviso “ha bisogno della Turchia perché la sua influenza nel mondo turcofono e asiatico è enorme”, ma ha concluso, “non possiamo cedere sui nostri principi”.