Bruxelles – Nonostante la Corte britannica abbia deciso che serve il via libera del Parlamento per lanciare il processo della Brexit, la tabella di marcia annunciata da Londra per l’uscita dall’Unione non cambierà. La rassicurazione è arrivata dalla premier Theresa May che all’indomani del giudizio ha parlato telefonicamente con il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Ad entrambi May ha ribadito che l’intenzione rimane quella di lanciare la procedura prevista dall’articolo 50 entro la fine del mese di marzo, così come annunciato. Il governo punta molto sul ricorso già presentato contro la decisione della Corte, che dovrebbe essere analizzato all’inizio del mese prossimo. “L’obiettivo del governo è sul ricorso alla Corte suprema, vincere il ricorso e procedere con l’articolo 50”, ha spiegato il portavoce di May alla stampa. “Chiaramente – ha ammesso – siamo delusi dalla decisione di ieri, preferiremmo non trovarci in questa posizione ma ci siamo. Quindi la chiave del nostro impegno è di non ritardare il lancio dell’articolo 50. La fine di marzo rimane l’obiettivo del governo”.
Certo resta da vedere cosa potrebbe succedere se invece la Corte dovesse respingere il ricorso del governo, lasciando di fatto al Parlamento il potere di ritardare il procedimento di divorzio tra Regno Unito e Ue. Per il momento Downing Street non vuole fare sapere se sta preparando piani d’emergenza per una simile eventualità. “Quello che è importante – ha sottolineato il portavoce di May – è che c’è stato un referendum, c’è stato un risultato schiacciante in favore dell’uscita dall’Unione europea e questo è quello che il governo deve fare”.
Intanto dai Paesi europei continuano ad arrivare appelli perché il Regno Unito tenti di abbreviare al massimo il periodo di incertezza. Incontrando il suo omologo britannico, Boris Johnson, oggi il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha ribadito: “Un ulteriore ritardo non è nell’interesse di nessuno”.