di Gustavo Piga
Ho letto l’articolo di Lorenzo Bini Smaghi, “I decimali sembrano piccoli ma alla fine pesano” sul Corriere della Sera.
Due frasi mi hanno colpito e meritano un chiarimento.
«Se la BCE non avesse fatto scendere i tassi d’interesse oggi avremmo un disavanzo pubblico ancor più alto di tre anni fa, probabilmente superiore al 3%».
Dubito. Le negoziazioni a livello europeo sono tutte basate sul cercare di costantemente ridurre il disavanzo pubblico nel tempo in percentuale del PIL. L’Europa ci tiene ai suoi decimali, ed è questa la follia che ci uccide. Basta guardare al dibattito attuale sui decimali: Renzi non osa chiedere più di 2,3% di deficit per il 2017 perché nel 2016 chiuderà al 2,4% e deve comunque diminuirlo. Se la BCE non avesse ridotto i tassi Renzi sarebbe stato obbligato a raggiungere gli stessi obiettivi di deficit di oggi con più spesa per interessi, avrebbe dunque fatto più avanzo primario (più austerità) per rimanere negli idiotici limiti del fiscal compact. E siccome ciò avrebbe depresso ulteriormente il PIL, il debito su PIL sarebbe cresciuto ancora di più di quanto non è cresciuto fino ad oggi, a causa delle idiotiche regole europee. Già, perché al contrario di quel che pare sostenere Lorenzo Bini Smaghi, in questa fase di crisi, maggiore avanzo primario non riduce il debito su PIL, lo aumenta tramite l’impatto negativo sul PIL. Dio se contano e pesano gli stupidi decimali rispettati!
L’Europa può «interrogarsi sulla credibilità dell’obiettivo annunciato per il 2018, di far scendere il deficit all’1,2% attraverso una manovra restrittiva di circa 20 miliardi di euro nell’ultimo anno di legislatura».
Ma l’Europa non si interroga mica! L’Europa sa benissimo che nell’anno di elezioni Renzi non ridurrà mai il deficit all’1,2%, sarebbe un suicidio che nemmeno la cancelliera Merkel effettuerebbe in Germania, è l’ABC della politica. Proporrei piuttosto a Lorenzo Bini Smaghi di «interrogarci, noi europei, sulla credibilità di una costruzione, quella del fiscal compact, basata su evidenti accordi tra governi, sotto banco, di non rispettarlo».
È una credibilità nulla per due ordini di motivi: perché, prima di tutto, focalizzando i nostri politici sul tessere accordi sotto banco, li distrae da quegli accordi di sostanza di politica economica di cui abbisognano veramente sia il nostro paese che il continente. E perché comunque le bugie che imprese e cittadini leggono ogni anno sui finti DEF che annunciano finti obiettivi e finti decimali che non verranno mai perseguiti creano una tale incertezza da far comunque desistere ogni parte sociale dall’investire nella propria vita e nella propria azienda. Così facendo, finiscono involontariamente per contribuire ad una stagnazione, quella europea, che uccide sì i governi ipocriti che non verranno più rieletti sia, ben più importante, le loro giuste ambizioni ed aspettative di benessere.
Pesano i decimali, eccome se pesano. Così tanto da schiacciare un intero continente.
Pubblicato sul blog dell’autore il 30 ottobre 2016.