Roma – La legge di bilancio continua a sostenere la crescita economica mentre “il deficit scende e il debito si stabilizza”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, difende così la manovra finanziaria per il 2017. In audizione davanti ai deputati e ai senatori delle commissioni Bilancio, il titolare di Via XX Settembre ripete sostanzialmente quanto contenuto nella risposta alla Commissione europea che gli aveva chiesto chiarimenti: il quadro macroeconomico è peggiorato rispetto alle attese della scorsa primavera; “la crescita in Italia rimane condizionata da fattori esterni”, quali gli effetti delle sanzioni e contro la Russia e “l’esito del voto sulla Brexit”; il Paese sta fronteggiando due eventi eccezionali di “considerevoli dimensioni” come l’aumento degli arrivi di migranti e il terremoto.
Padoan non aggiunge nulla sul confronto (teso) in corso con Bruxelles sulla Legge di bilancio. Stimolato da alcune domande, sottolinea invece che “il dibattito sull’Unione bancaria è oggettivamente fermo”, perché la realizzazione di un meccanismo unico di garanzia sui depositi “in alcuni paesi è ritenuto non perseguibile”, a causa della difficoltà a giustificarlo davanti “all’opinione pubblica interna, in particolare in Germania ma non solo”.
Poi il ministro fa un passaggio sul Piano Junker, che “deve essere migliorato”, estendendolo “a campi relativi alla crescita e all’innovazione oltre che alle infrastrutture materiali”. Anche con questi correttivi, precisa però Padoan, “continuiamo a ritenere che non sia sufficiente”, perché “dovrebbe essere accoppiato a misure di stimolo degli investimenti a livello nazionale e a misure di stimolo per l’innovazione a livello europeo, con la proposta dell’Unione dell’innovazione che il governo porta avanti da tempo”.
Prima del ministro, diversi altri soggetti hanno presentato in audizione i loro rilievi sulla manovra. La critica più aspra è arrivata dalla Cgil. Danilo Barbi, componente della segreteria nazionale, ha denunciato il “rischio abbastanza evidente di un aggiustamento di bilancio in primavera”. Il problema, a suo avviso, sono le “entrate piuttosto estemporanee” garantite da “condoni fatti per fare cassa”. Il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, vede “più luci che ombre” nel testo della Legge di bilancio, e il suo collega della Cisl, Maurizio Petriccioli, apprezza le misure su “equità e crescita”. Le tre sigle sindacali sono invece concordi nel criticare la scarsità di risorse riservate al rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
Per Confindustria, il direttore generale Marcella Panucci, ha un parere positivo su una manovra che dà “impulso alla crescita”, anche se la parte relativa alla revisione di spesa contiene misure che “appaiono complessivamente poco incisive”.
L’intervento più entusiasta è quello di Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, secondo il quale “gli interventi volti a stimolare gli investimenti pubblici e privati si muovono nella giusta direzione”. Per il rappresentante dei banchieri, c’è invece “la necessità di una maggiore spinta espansiva da parte degli investimenti pubblici a livello europeo”. Per questo, prosegue, bisognerebbe “accelerare la realizzazione del Piano Juncker e supportarne il rilancio recentemente annunciato”.
Sabatini plaude alla scelta del governo di “una revisione degli obiettivi di convergenza a favore del consolidamento della ripresa appena avviata”. Rallentare il percorso di aggiustamento dei conti pubblici per stimolare la crescita, a suo avviso è un’azione “opportuna e utile a favorire il rientro verso i livelli di attività economica pre-crisi”. Inoltre, è la conclusione del banchiere, “la manovra appare funzionale a bilanciare il possibile indebolimento della domanda estera con un maggiore contributo di consumi e investimenti”.