Nella giornata internazionale della lotta all’omofobia pubblicato un report sulla comunità Lgbt
Nell’U’nione il 26% ha subito minacce, il 75% degli uomini ha paura di tenere il partner per mano
L’Italia non ne esce bene, i nostri politici tra quelli che usano più spesso un linguaggio offensivo
Non si tratta soltanto di episodi i intolleranza e violenza, quelli sono solo la manifestazione più grave ed eclatante di una società che nel suo complesso non riesce ancora ad accettare l’omosessualità. Una società in cui sono ancora troppe le persone che devono nascondere la propria identità per paura o semplicemente vergogna. Vergogna che nasce quando già a partire dalla scuola ci si sente presi di mira se le proprie tendenze sessuali sembrano andare contro quella che invece viene percepita dai compagni come la normalità. Nella giornata internazionale della lotto contro l’omofobia il quadro dipinto dall’indagine realizzata dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), sui crimini generati dall’odio e la discriminazione contro la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), mostra un’Europa niente affatto aperta e tollerante come molti potrebbero pensare. “Tutti devono sentirsi liberi di essere se stessi a casa, al lavoro, a scuola e in pubblico – ma è evidente che le persone Lgbt spesso non lo sono. I risultati dello studio della Fra mostrano che paura, esclusione e discriminazione sono all’ordine del giorno nella comunità omosessuale in Europa”, spiega il direttore dell’agenzia Morten Kjaerum
Secondo questa indagine, la più grande mai condotta in Europa, fatta sulla base di interviste a ben 93.000 persone, le difficoltà iniziano a partire dal mondo dell’istruzione. Due intervistati su tre affermano di aver nascosto o dissimulato la loro identità Lgbt a scuola e oltre l’80% in ogni Stato membro dell’Ue ricorda commenti negativi o atti di bullismo nei confronti di giovani Lgbt nell’ambiente scolastico. Nel mondo del lavoro va meglio ma i dati mostrano comunque che il 19% degli intervistati si è sentito discriminato sul posto di lavoro o nella ricerca di un impiego.
Essere omosessuali per troppe persone significa dover convivere con la paura, tutti i giorni. Il 26% degli intervistati ha subito episodi di violenza o minacce negli ultimi cinque anni e ben il 66% ha dichiarato di avere paura di tenere per mano il partner dello stesso sesso in pubblico. Questa percentuale sale al 75% per gli uomini gay e bisessuali. Guardando il quadro della situazione Stato per Stato, si nota come l’Italia sia uno dei Paesi in cui le discriminazioni sono ancora percepite come forti. E la classe politica è il perfetto specchio di questa situazione. Secondo il sondaggio solo i politici lituani in tutta l’Ue sono soliti usare espressioni forti o offensive contro le persone Lgbt più spesso di quelli italiani. “ll nostro resta il Paese in cui c’è ancora il più alto tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Siamo ancora troppo indietro, grazie anche alle incitazioni omofobiche che spesso arrivano proprio da chi dovrebbe combatterle. Il Governo affronti il problema, l’Italia faccia un passo avanti” attacca Sonia Alfano (Alde).
“Le conclusioni della relazione della FRA sono un campanello d’allarme per tutti noi – afferma Kinga Göncz (S&D), vicepresidente della commissione parlamentare per le Libertà civili – Non possiamo tollerare che milioni di nostri concittadini sono spudoratamente discriminati sulla base del loro orientamento sessuale o della identità di genere”. Il problema si fa ancora più grave con le la crescita delle forze estremiste in diversi Paesi dell’Unione. “Non possiamo tollerare che il discorso omofobo e l’odio contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender venga promosso senza gravi conseguenze per le forze populiste e di estrema destra” ha aggiunto Göncz.
Raül Romeva i Rueda dei Verdi punta il dito contro i capi di Stato e di governo: “La situazione cambierebbe se solo il Consiglio dell’Unione europea smettesse di bloccare la proposta di una direttiva Ue contro la discriminazione in questi settori, proposta dalla Commissione nel 2008 e approvata dal Parlamento nel 2009”.
L’Aula di Strasburgo ha approvato diverse risoluzioni di condanna di ogni discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, l‘ultima risale al maggio del 2012. In quel testo l’Europarlamento chiede una direttiva che sostenga con forza il principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, disabilità, l’età o l’orientamento sessuale, la cosiddetta “direttiva antidiscriminazione”. Il testo non è stato definitivamente approvato a causa delle obiezioni di diversi Stati membri in seno al Consiglio europeo.
Alfonso Bianchi
Per saperne di più:
– Scarica il report dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra)
– Guarda l’infografica Stato per Stato
Guarda il video con alcune delle testimonianze raccolte: