Come aveva minacciato, l’Unione europea rafforza le sanzioni contro chi sostiene il regime siriano, responsabile “della violenta repressione contro la popolazione civile in Siria”. Oggi il Consiglio ha aggiunto dieci siriani persone all’elenco delle persone inserite nella lista nera di chi è oggetto di divieto di viaggio e congelamento dei beni. Si tratta di alti funzionari militari e personalità di spicco che sostengono il regime o ne traggono vantaggio. La decisione porta a 217 il numero totale di persone colpite da misure restrittive per la repressione violenta contro la popolazione civile in Siria mentre 69 entità sono oggetto di congelamento dei beni.
Più in generale, le sanzioni attualmente in vigore nei confronti della Siria includono un embargo sul petrolio, restrizioni su alcuni investimenti, un congelamento dei beni della banca centrale siriana nell’Ue, restrizioni all’esportazione di attrezzature e tecnologie che potrebbero essere usate a fini di repressione interna nonché di attrezzature e tecnologie per il monitoraggio o l’intercettazione delle comunicazioni telefoniche o online. Le misure sono state prorogate da ultimo il 27 maggio 2016 e sono in vigore fino al 1º giugno 2017.
La decisione di inserire nella lista nera nuovi soggetti era stata concordata nel corso del Consiglio dei ministri degli Esteri dello scorso 17 ottobre nelle cui conclusioni si avvertiva: “L’Ue sta considerando tutte le opzioni, incluse ulteriori misure restrittive che colpiscano individui ed entità che supportano il regime, se le atrocità attuali dovessero continuare”. Anche nella riunione dei leader della scorsa settimana, nonostante la divisione sulla possibilità di sanzioni nei confronti della Russia, l’idea di colpire individui siriani aveva visto tutti concordi.
L’UE ribadisce il suo impegno a trovare una soluzione duratura al conflitto in Siria, in quanto non vi è soluzione militare alla guerra civile siriana. È determinata a salvare vite umane e prosegue i suoi intensi sforzi diplomatici a fini umanitari per fornire aiuto ad Aleppo e ovunque sia necessario e per evacuare i feriti.