Bruxelles – Il braccio di ferro tra Matteo Renzi da una parte Commissione europea e Consiglio europeo dall’altra entra nel vivo. Ieri il premier, dopo aver ricevuto la lettera di richiesta di chiarimenti da Bruxelles circa la manovra di bilancio, ha annunciato di essere “pronto a mettere il veto” sul bilancio pluriennale dell’Unione 2020-2026 che sarà in discussione dal prossimo gennaio se non tutti i Paesi dell’Unione rispetteranno i patti sull’accoglienza dei migranti.
“Vorrei che tutti insieme, maggioranza e opposizione, senza dividerci, dicessimo a questi paesi che il meccanismo è finito. Vorrei che tutti dicessero che la posizione del governo è la posizione dell’Italia”, ha spiegato Renzi.
Il presidente del Consiglio ha ripetuto poi quanto dice da giorni: “Il governo Monti ha stabilito che diamo 20 miliardi e ne riceviamo 12, ma se Ungheria e Slovacchia ci fanno la morale sui nostri soldi e poi non ci danno una mano sui migranti non va bene”.
Renzi sottolinea poi di essere “orgoglioso delle nostre forze armate e sono orgoglioso della Marina, della Guardia costiera e di tutti coloro che si prodigano per salvare vite. L’Ue dovrebbe fare un monumento a questa gente, altro che discorsi. Prima o poi il premio Nobel della Pace lo dovrebbero dare a loro”. E poi avverte che oramai siamo al limite nell’accoglienza del flusso di migranti: “Adesso siamo in grado di gestirlo, arriva l’inverno, le condizioni del mare peggiorano, ma abbiamo tempo sei mesi massimo. Bisogna bloccarli in partenza. O blocchiamo il flusso entro il 2017 o l’Italia non riesce a reggere un altro anno come quello passato”, che già ad oggi ha fatto registrare il nuovo record di arrivi, con circa duemila persone in più rispetto ai 152 mila migranti accolti nel 2014.
Quanto alla legge di bilancio, dopo la missiva di Bruxelles, Renzi ha confermato la volontà di mantenerla invariata. È stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a spiegare che tra l’esecutivo comunitario e quello italiano c’è una divergenza sui calcoli. Per il titolare di Via XX Settembre, infatti, senza le spese per i migranti e quelle per il terremoto del centro Italia, la manovra avrebbe rispettato le promesse che Bruxelles ritiene non siano state mantenute. Entro domani sera il ministro dovrà inviare la sua risposta alla Commissione, ma il “dialogo continuo” sulla manovra non sembra destinato a chiudersi a breve. Nel frattempo, il Parlamento ancora aspetta il testo che avrebbe dovuto ricevere il 20 ottobre.