Bruxelles – Angelino Alfano prova a lanciare un appello all’Europa perché superi le resistenze interne e aiuti l’Italia a gestire i flussi di migranti. Lo ha fatto durante il pre-Summit in cui si sono riuniti i leader dei partiti popolari europea, per il consueto incontro che precede il Consiglio europeo. Il vertice si è tenuto a Maastricht, in onore dei 25 anni dal Trattato europeo firmato nella città olandese.
Il ministro dell’Interno italiano ha chiesto di richiamare l’attenzione di Bruxelles sull’emergenza dell’immigrazione. “Io ho posto davanti a tutti i colleghi del partito popolare a questione di fondo per noi, cioè che l’Italia non può diventare l’hotspot europeo”, ha dichiarato Alfano, “Se la frontiera italiana è bloccata a Nord e allo stesso tempo non si riesce a impedire l’accesso di decine o centinaia di migliaia di migranti da Sud, questi rimangono in Italia perché non funziona il meccanismo di ricollocamento”.
Il sistema della relocation permetterebbe ai Paesi più esposti sul fronte dell’immigrazione come Italia e Grecia di respirare, trasferendo un 160 mila rifugiati in 23 Stati membri. A un anno di distanza solo 5.600 di loro sono stati ricollocati.
“O funziona il meccanismo di ricollocamento oppure salta un accordo leale con i Paesi europei”, gli stessi, ricorda Alfano “che hanno chiesto all’Italia di fare gli hotspot, di realizzare le impronte digitali al 100%, di proteggere le frontiere settentrionale e poi”, aggiunge, “non hanno ricambiato questa responsabilità con la solidarietà promessa”.