Bruxelles – Il ricorso di Intel contro la maxi-multa da 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante è legittima e la causa dovrebbe essere rinviata al Tribunale affinché venga esaminata nuovamente. Questa la posizione che l’avvocato generale della Corte Ue Nils Wahl ha espresso nelle sue conclusioni, che generalmente vengono sposate dai giudici del Lussemburgo quando emettono la loro sentenza.
La vicenda risale al 2009, quando la Commissione europea ha inflitto al produttore statunitense di microprocessori Intel un’ammenda di 1,06 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dei processori (CPU) x86. Secondo l’Antitrust Ue, Intel aveva violato le regole comunitarie dall’ottobre 2002 al dicembre 2007 mettendo in atto una strategia volta a estromettere dal mercato la concorrente Advanced Micro Devices, Inc. (AMD).
In particolare, Bruxelles aveva ravvisato un illecito nella comportamento che Intel aveva avuto con quattro importanti produttori di computer: Dell, Lenovo, Hp et Nec. L’azienda statunitense applicava ai produttori sconti condizionati al fatto che questi si rifornissero presso di lei per tutto, o quasi tutto, il loro fabbisogno di processori x86. Secondo la Commissione, tali sconti e pagamenti hanno garantito la fedeltà dei quattro produttori e, in tal modo, hanno ridotto in modo significativo la capacità dei concorrenti di Intel di competere grazie ai meriti dei loro processori x86.
La Commissione aveva quindi deciso di multare Intel per 1,06 miliardi di euro, all’epoca l’ammenda più alta mai inflitta. L’azienda aveva proposto ricorso davanti al Tribunale dell’Unione europea, che però lo ha respinto nel giugno 2014. Intel ha quindi impugnato tale decisione sostenendo che il Tribunale aveva commesso un errore di diritto. Una tesi in parte accolta dall’avvocato generale della Corte Ue. Secondo Wahl, la sentenza del Tribunale dovrebbe essere annullata e la causa rinviata allo stesso Tribunale “affinché esamini tutte le circostanze del caso di specie”.