Bruxelles – Minacce alla Russia per nuove sanzioni sulla Siria e nessun vero passo avanti sulla questione ucraina. E’ terminato così ieri sera a Berlino il vertice tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande, il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko.
Mentre Mosca bombarda Aleppo e in Ucraina dell’Est riprendevano i combattimenti i quattro leader il clima non era certo dei più semplici. “Tutto ciò che può costituire una minaccia può essere utile”, ha detto Hollande a proposito della richiesta europea di fermare i bombardamenti. “Quello che sta accadendo ad Aleppo è un crimine di guerra … i bombardamenti da parte del regime e dei suoi sostenitori devono finire”, ha aggiunto. Merkel ha riferito alla stampa che i colloqui sono stati “chiari e duri”, sottolineando a proposito di eventuali nuove sanzioni che “non possiamo rimuovere questa opzione”.
Sull’Ucraina la cancelliera ha ammesso che non si è concluso molto ieri. “Non c’è stato nessun miracolo oggi … ma è necessario continuare ad avere questi colloqui, per non perdere slancio”, ha detto.
Putin invece ha aperto sulla possibilità di una proroga della tregua dei bombardamenti ad Aleppo per consentire l’aiuto umanitario (cessate il fuoco che è in effetti iniziato questa mattina alle 7 e che durerà 11 ore), ma, ha sottolineato, “non sono stati fatti molti progressi oggi” sulla questione siriana e su quella ucraina.
Poroshenko ha ribadito che “tutte le unità militari straniere devono essere ritirate prima delle elezioni”.
Hollande e Merkel faranno un resoconto ai partner europei questa sera, al Consiglio che si apre nel pomeriggio a Bruxelles.