Città del Lussemburgo – Prima dell’alba di oggi hanno scalato il palazzo dove si incontrano i ministri degli Esteri e del Commercio dell’Unione europea a Città del Lussemburgo per apporre uno striscione di protesta contro l’approvazione del Ceta, l’accordo commerciale tra Ue e Canada. Sono stati gli attivisti di Greenpeace e di altre associazioni contrarie all’intesa.
Quattordici alpinisti provenienti da Germania e Lussemburgo hanno scalato il centro congressi europeo di Lussemburgo per esporre uno striscione di 12 metri per 6 che dice “Non barattatela nostra democrazia – #StopCETA”.
Shira Stanton, consulente di Greenpeace per la politica commerciale spiega che l’accordo “è inaccettabile e deve essere fermato. Se i ministri firmeranno oggi, lo faranno contro la maggioranza dell’opinione pubblica. Le relazioni commerciali tra l’Ue e gli altri paesi dovrebbero aderire ai principi democratici di base e aiutare i nostri paesi a raggiungere gli obiettivi su clima, ambiente, sociale, così come quelli economici. Il Ceta metterà gli interessi delle multinazionali al di sopra di quelli delle persone e del pianeta”.
Greenpeace accusa la Commissione europea, che ha condotto i negoziati, di essere stata poco trasparente con i cittadini. In particolare poi l’organizzazione è “fortemente preoccupata” dal sistema di risoluzione delle controversie giudiziarie Ics “che – sostengono – dà agli investitori stranieri diritti privilegiati. Ogni multinazionale con sede in Canada o un filiale potrà utilizzare l’Ics per sfidare le leggi e gli standard dell’Ue. L’Ics e altre disposizioni contenute nel Ceta minano il diritto dei governi di adottare e far rispettare le leggi, che sono di interesse pubblico, ad esempio, per proteggere l’ambiente o la salute pubblica”.
Secondo Greenpeace inoltre “l’accordo Ue-Canada contiene una versione annacquata del principio di precauzione, che rischia di aprire la strada a una corsa verso il basso che indebolisce le norme ambientali europee”.
Poi, denuncia l’organizzazione critica la possibilità di accesso agli appalti pubblici per tutti i servizi pubblici, compresi quelli legati all’acqua, riconosciuta alle aziende canadesi. “La dichiarazione congiunta (un documento varato la scorsa settimana e che dovrebbe chiarificare i contenuti dell’accordo, ndr) “non riesce a risolvere il fatto che il Ceta espone le autorità locali alle richieste di risarcimento da parte degli investitori canadesi, se le autorità pubbliche decidono di portare i servizi pubblici locali di nuovo sotto il loro controllo”.
“Un buon accordo commerciale lavora per la realizzazione di altre priorità di politica pubblica, come ad esempio l’accordo sul clima di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, e deve presentarsi al controllo democratico di base. Qualsiasi accordo che mina gli standard ambientali, di salute e di lavoro e che dà poteri privilegiati alle società servirà ad alimentare le disuguaglianze a scapito dei cittadini”, sostiene Stanton.