Roma – C’è pieno accordo tra Italia, Germania e Francia sullo sblocco di 500 milioni di euro del trust fund Ue per finanziare accordi con cinque paesi africani in modo da contenere i flussi di migranti verso l’Europa. Lo hanno dichiarato ieri a Roma i ministri degli esteri dei tre Paesi, alla fine di un incontro in cui si è discusso anche di Siria.
“I nostri tre paesi condividono l’urgenza di intervenire in quello che noi chiamiamo Migration compact”, ha spiegato il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, aggiungendo che “ci dedicheremo, forse anche con visite congiunte, al lavoro in questi paesi” con cui saranno sottoscritti accordi di cooperazione, “nella consapevolezza che non esiste una soluzione facile, ma che la capacità di raggiungere delle intese deve essere dimostrata dall’Europa nei prossimi mesi”. In quest’ottica, ha aggiunto l’italiano, “c’è una base seria per procedere in vista dell’incontro dei ministri della Difesa europei, in programma a novembre a Bruxelles”.
Per il tedesco Frank Walter Steinmeier, “Con i 500 milioni del trust found” europeo “possiamo dare sostegno alla stabilizzazione” dei paesi in cui si interverrà, “ma dobbiamo continuare a occuparcene in modo che la stabilità sia rafforzata”. Per l’esponente dell’esecutivo di Angela Merkel, va affrontato “anche il problema del rimpatrio di coloro che non hanno diritto di asilo”, un’operazione per la quale l’Italia sarà aiutata dalla nuova guardia costiera e di frontiera dell’Unione europea, come annunciato dal direttore dell’agenzia, Fabrice Leggeri.
I tre capi diplomatici hanno discusso anche della situazione in Siria, esprimendo una condanna per l’atteggiamento di Mosca, che sostiene il presidente siriano Bashar al Assad, accusato di bombardamenti “inaccettabili” come “inaccettabile” è l’appoggio del Cremlino, per Gentiloni. Il suo collega francese, Jean-Marc Ayrault, ha dichiarato che “per ora non è nostra intenzione entrare in una discussione sulle sanzioni” nei confronti della Russia, ma la priorità è “convincere Assad e Mosca a mettere fine ai bombardamenti e a riprendere il processo politico”.