Sono conosciute come ‘Ket’ e rappresentano uno dei settori con i più alti potenziali di crescita economica sui puntare. La Commissione europea ci crede, ed ha predisposto un action plan per fare delle Ket un volano dell’economia europea. Stiamo parlando delle tecnologie abilitanti fondamentali (key enabling technologies), ossia la micro e la nanoelettronica, i materiali avanzati, le biotecnologie industriali, la fotonica, le nanotecnologie e i sistemi di produzione avanzata. “Un settore che nei prossimi anni potrà generare decine di migliaia di posti di lavoro in tutta Europa”, sottolinea Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Industria. Si tratta di un comparto che nel 2008 valeva 646 miliardi di euro, e si stima che il business raddoppierà nel breve periodo: nel 2015 varrà più di 1.000 miliardi di euro. Le Ket da sole faranno dunque registrare un incremento di oltre il 154%, ovvero più dell’8% del Pil Ue. Da qui l’idea di Tajani: inserire queste tecnologie – settore che interessa 5.000 piccole e medie imprese – tra le voci prioritarie di finanziamento. Da una parte ci sono 6,7 miliardi destinati al comparto attraverso il programma quadro per la ricerca ‘Horizon 2020’, dall’altra c’è la Bei, la banca europea per gli investimenti, che si ricapitalizzerà a breve.
“Mi auguro che i dieci miliardi proposti per la ricapitalizzazione della Bei possano rafforzare gli investimenti per queste tecnologie”, afferma Tajani. Il ricorso alla Banca, fa sapere, “era già nel piano d’azione” messo a punto, ma certo adesso l’occasione è ancor più ghiotta. “Ricapitalizzando si possono avere 60 miliardi di garanzie, che porteranno tra i 160 e i 180 miliardi di euro” in tre anni. Per cui “useremo questa volontà di ricapitalizzare la Bei per sostenere questo nostro progetto, in una visione ancor più strategica e non solo tattica”, conclude il vice-presidente.
E.B.©Eunews.it