Bruxelles – La Commissione europea ha concesso una proroga all’Italia per allungare i tempi della cessione di Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Carife e Nuova Carichieti. I quattro istituti di credito regionali erano stati messi in risoluzione a fine 2015 seguendo le nuove regole comunitarie sul bail-in, il salvataggio degli istituti non attraverso fondi pubblici ma facendo ricadere le perdite su investitori privati: azionisti, obbligazionisti delle subordinate, obbligazionisti senior e infine correntisti con depositi superiori a 100mila euro. Il 30 settembre era scaduto il secondo termine posto dalla Commissione Ue per la vendita delle quattro good bank, i nuovi istituti ponte che hanno ereditato le attività in bonis delle quattro società sull’orlo del fallimento, e oggi Bruxelles ha prolungato i tempi per la vendita. “Per proteggere la procedura non riveliamo la nuova deadline”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo di Bruxelles Ricardo Cardoso.
Le autorità italiane avevano proposto piani di risoluzione per le banche che prevedono la risoluzione di ciascuna banca e la creazione e capitalizzazione immediata di quattro banche ponte temporanee. Tutti gli attivi e tutte le passività delle banche, tranne il capitale proprio e il debito subordinato rimanenti, sono stati trasferiti alle banche ponte allo scopo di stabilizzare l’attività svolta in precedenza dalle quattro banche tutelando al tempo stesso i depositanti. L’obiettivo finale era vendere queste banche ponte, ma al momento il processo non è ancora stato completato. Per aiutare gli istituti l’Italia ha erogato, autorizzata da Bruxelles, 3,6 miliardi di euro attraverso un fondo di risoluzione, per capitalizzarle e per coprire la differenza negativa fra gli attivi trasferiti e le passività. L’operazione è stata finanziata dai contributi del settore bancario italiano al fondo di risoluzione.