Bruxelles – Quella che avviene nel Mediterraneo, con i barconi carichi di migranti che cercano di raggiungere le coste europee ma spesso trovano soltanto la morte “è una guerra silenziosa, continua, che non finisce mai” e che dalla strage del 3 ottobre 2013 ad oggi “ha causato la morte di 11mila 400 persone”. In un’audizione a Strasburgo della delegazione parlamentare che partecipa all’Unione per il Mediterraneo, la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha lanciato l’ennesimo appello all’Europa perché si assuma le proprie responsabilità. “La cosa terribile è che vedo commozione quando si mostra le foto di un bambino morto, che si piange quando ci sono i naufragi, ma non vedo commozione, non vedo empatia di fronte ai vivi, quelli a cui dobbiamo dare conforto e aiuto”, ha denunciato Nicolini sottolineando che i numeri degli sbarchi che vengono “bombardati quotidianamente dai Tg sono numeri che il nostro continente può gestire”.
Riferendosi al piano di ricollocamento chiesto dall’Europa Nicolini ha definito “tremendo” il fatto che “in due anni avremmo dovuto ricollocare 36mila persone su 28 Paesi”, almeno negli obiettivi di Bruxelles visto che il piano stenta a decollare, mentre solo Lampedusa “in venti anni ne ha accolte 400 mila” di persone. “Ma come volete che io, i lampedusani o il resto dei cittadini europei possiamo avere fiducia nelle istituzioni?”, ha chiesto la sindaca.
Lampedusa per quanto riguarda l’accoglienza è un esempio e lo dimostra il fatto che “nonostante l’aumento degli sbarchi, negli ultimi anni siamo riusciti a far aumentare i turisti, e quest’anno c’è stato un boom, che dimostra che si può governare un’emergenza e gestire accoglienza senza creare danno alle comunità locali”. E tutto questo è stato fatto grazie al fatto che si è stati capaci di “superare un 20ennio di grande solitudine”, in cui l’isola siciliana è stata lasciata da sola a affrontare l’emergenza. Ciò è stato possibile, ha insistito Nicolini, “grazie a un lavoro in sinergia di Comune, ministero, prefettura e regione”, un lavoro che ha permesso di “garantire la sicurezza non solo ala comunità di Lampedusa, ma ai turisti e all’Europa”.