Bruxelles – Negli ultimi 21 mesi si è registrata in Italia un’impennata emigrazione britannica. Si tratta delle imprese del regno che dopo alcuni anni di investimenti in aumento nel nostro Paese, nell’ultimo periodo hanno fatto registrare una vera impennata di apertura di sedi nel Belpaese.
Sarà stata la Brexit, sarà la volontà di essere presenti in un grande mercato in (lenta) ripresa, fatto sta che nel 2015 ben 207 nuove aziende hanno scelto di avere almeno una sede in Italia. Anche quest’anno, secondo le ultime informazioni elaborate da InfoCamere-Unioncamere sui dati del Registro Imprese delle Camere di Commercio che registrano il flusso fino al mese settembre, il trend è decisamente vivace, già superiore a tutto il 2012 e vicino alle cifre degli ultimi tre anni.
Nella tabella che segue sono indicati anche i periodi “aprile-settembre”, per poter considerare una fascia di tempo attorno al referendum, che si è tenuto in giugno.
In particolare tra tutte le aziende britanniche sono quelle che offrono prodotti finanziari, servizi alle imprese e commercio quelle che hanno aperto una seconda casa in Italia, scegliendo di preferenza Lombardia, Lazio e Toscana. In totale, in tutta Italia e tra tutte le aziende presenti, si tratta oltre 2.000 sedi.