Bruxelles – È già accaduto che donne che portavano in grembo il frutto di uno stupro o un feto con gravi malformazioni fossero costrette a partorirli, ma se dovesse passare la nuova legge sull’aborto in Polonia tutto questo diventerebbe la normalità. A lanciare l’allarme sono le donne del Parlamento europeo di tutti gli schieramenti, ad eccezione di Popolari e Conservatori, e le attiviste polacche del Movimento per le donne. Si sono incontrate a Strasburgo in una conferenza stampa che segna l’inizio dell’alleanza solidale tra le europarlamentari dei gruppi dei Verdi, Socialisti, Sinistra radicale e Liberali e le militanti polacche da anni in prima fila per la difesa dei diritti delle donne alla libertà di scelta e di procreazione. “Non è una questione nazionale. Quando i diritti sono minacciati in un Paese dell’Unione sono minacciati ovunque”, ha spiegato Angelika Mlinar del gruppo dell’Alde e “il Parlamento europeo non può far finta di niente”, ha aggiunto Terry Reintke, dei Verdi.
“È già successo che una ragazzina di 12 anni è stata obbligata a partorire anche se vittima di uno stupro e il partito di estrema destra polacco si è congratulato, sfiorando la pedofilia”, ha raccontato Barbara Nowacka, membro del partito di sinistra “United Left”, che ha avviato la piattaforma “Save the women” per la liberalizzazione dell’aborto in Polonia.
Dopo mesi di proteste nelle città polacche contro la legge ora in discussione al Parlamento che vieta l’aborto in ogni circostanza, la grande manifestazione di lunedì scorso, rinominata “Black Monday”, ha segnato un punto d’inizio di una mobilitazione unitaria di tutte le donne europee per la difesa dei diritti fondamentali delle donne. La manifestazione non ha coinvolto solo Varsavia ma anche Cracovia, Parigi, Bruxelles e altre città del mondo in cui circa 400 mila donne sono scese in piazza vestite di nero contro le leggi che vietano l’aborto.
“Black Monday è il culmine di mesi di manifestazioni con 150 eventi simultanei in tutta la Polonia. Hanno partecipato donne e uomini anche in piccole città e villaggi per la libertà della donna, ma siamo consapevoli che la lotta è appena iniziata e dobbiamo essere vigili”. Lo ha ricordato Wanda Nowicka, presidente della “Federazione polacca per i diritti delle donne e per la pianificazione familiare” e ex deputata della Camera bassa del Parlamento di Varsavia. Nowicka ha poi lanciato un appello alle europarlamentari europee: “Abbiamo bisogno di voi. Ci aspettiamo che il Parlamento europeo monitori quanto sta succedendo in Polonia”.
Attualmente le donne polacche possono ricorrere all’aborto solo in tre casi specifici: se la vita della donna è in pericolo, se il feto è malformato oppure se è frutto di una violenza sessuale. Tuttavia, come denunciano da anni le donne polacche e come ha ribadito l’attivista di sinistra Barbara Nowacka “il Parlamento al momento vuole cancellare anche queste eccezioni e anche per un aborto spontaneo la donna rischia la prigione. Certo ci saranno indagini, ha aggiunto l’attivista, ma sapendo come funzionano la giustizia e la polizia in Polonia immaginiamo cosa accadrà”.
Negare il diritto della donna all’aborto significa negare un diritto fondamentale non solo in Polonia, ma in tutta Europa. Lo ha ricordato Maria Arena, eurodeputata dei Socialisti e Democratici. “In Europa oggi vediamo tante leggi che violano il diritto delle donne ad avere accesso alle cure sanitarie solo perché incinte. Non si tratta solo del semplice diritto all’aborto, ma del diritto all’accesso alla salute e alla sanità garantita da una Direttiva europea”. È proprio su questo punto che si focalizzerà la battaglia legale e politica della nuova coalizione di donne nata oggi tra europarlamentari e attiviste polacche.
Kamila Ferenc, avvocata della “Federazione polacca per i diritti delle donne e per la pianificazione familiare” ha spiegato i contorni giuridici della legge attuale e di quella che il Parlamento polacco vorrebbe votare. “Attualmente i medici abusano del diritto di obiezione di coscienza e nel 2015 una sentenza della Corte costituzionale polacca lo ha esteso, stabilendo che un medico che fa obiezione non ha l’obbligo di indirizzare la donna verso un collega che non la pratica”. In futuro secondo l’avvocata la situazione è destinata a peggiorare. “Il Parlamento polacco vorrebbe reintrodurre l’obbligo di ricetta medica per la contraccezione d’emergenza, anche se una legge europea consente di ricorrervi senza la prescrizione medica”, ha spiegato Ferenc, e non solo “con la nuova legge aumenteranno gli aborti clandestini non sicuri che porteranno alla morte delle donne”.
La nuova legge, quindi, non solo minaccia la salute, ma anche i diritti umani e “il Parlamento è autorizzato e ha le competenze per difendere i diritti fondamentali dei cittadini europei”, ha ribadito Maria Arena dei Socialisti e Democratici, ricordando al governo polacco che “quello che sta facendo non rientra nell’alveo della Direttiva emanata dal Parlamento europeo sull’accesso alla salute”.