Bruxelles – Contro ogni previsione, i colombiani hanno bocciato l’accordo di pace siglato dal governo con i guerriglieri delle Farc: al referendum voluto dal presidente Juan Manuel Santos, per dare maggiore legittimità all’intesa, il “no” ha infatti ottenuto il 50,21% dei voti contro il 49,78% andato al “sì”.
“Io non cederò e continuerò a cercare la pace fino all’ultimo giorno del mio mandato”, ha già fatto sapere il presidente Santos. Stesso impegno espresso dal leader delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), Rodrigo Londono, meglio conosciuto con il nome di battaglia Timoleon Jimenez o Timochenko, precisando che il cessate il fuoco rimane in vigore. “Le Farc deplorano il potere distruttivo di quanti seminano odio e risentimento che hanno influenzato l’opinione pubblica colombiano – ha detto in un discorso all’Avana, Cuba – il popolo colombiano che sogna la pace può contare su di noi. La pace trionferà”. L’ex presidente e attuale senatore della destra, Alvaro Uribe, che ha fatto campagna per il “no”, ha detto di voler “contribuire a un grande patto nazionale”. L’affluenza alle urne è stata pari al 37,28%; dal 1958 la partecipazione al voto oscilla tra il 33% e il 58,47%, un record mai più superato dal 1974.
Alla luce dei risultati del referendum, l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini ha telefonato al presidene Santos. “L’Unione europea rispetta la scelta sovrana del popolo colombiano, sta ora a tutte le parti in Colombia unite trovare la strada che possa portare il Paese alla pace”, ha detto Mogherini. L’Ue, ha ricordato l’Alto rappresentante, “è sempre stato un forte sostenitore della pace in Colombia e continuerà ad incoraggiare, accompagnare e supportare ogni passo verso una soluzione sostenibile per assicurare una fine permanente delle violenze e portare la pace e la prosperità a tutti i colombiani”.
“Siamo molto tristi per l’esito del referendum”, ha dichiarato il presidente del Partito socialista europeo Sergei Stanishev, secondo cui però anche se “questa è una grande battuta d’arresto nelle nostre aspirazioni”, in Colombia “non siamo di nuovo al punto di partenza” e “l’intero processo di negoziazione non sarà vano”. Per Stanishev “l’immenso sostegno internazionale che il processo di pace ha raccolto non scomparirà”, e da parte loro “i progressisti europei continueranno a sostenere tutti gli sforzi diplomatici per assicurare che il cessate il fuoco continui e che si raggiunga una pace duratura”.